Un mese dopo la tempesta la Costa Viola è ancora in ginocchio
I segni delle mareggiate dicembrine ancora visibili nei centri del Tirreno. Il nostro viaggio tra Bagnara, Palmi e Scilla
di Francesco Altomonte
Muri divelti, spiagge scomparse, attività commerciali distrutte. Le due mareggiate dello scorso dicembre hanno prodotto danni enormi ai centri che si affacciano sulla Costa Viola reggina. Le comunità di Bagnara, Palmi, Scilla a distanza quasi un mese sono ancora scioccati per quanto accaduto.
A Palmi la situazione meno grave: il lungomare e la passeggiata sono ancora invasi dalla sabbia e dai detriti. Due operai da alcuni giorni lavorano solitari per riaprire la carreggiata. Serviranno almeno 40mila euro solo per pulire. Gli abitanti di Tonnara lamentano di non essere tenuti in considerazione dagli amministratori locali.
«A Palmi la Tonnara interessa solo a luglio e agosto – ha detto Saverio Saffioti, abitante del borgo marinaro – non ci sentiamo parte della città. Dopo la seconda mareggiata siamo stati senza luce per una settimana». La tempesta del 23 dicembre ha terrorizzato gli abitanti della piccola frazione Favazzina di Scilla. Le 80 anime che in inverno popolano questo bellissimo borgo hanno visto il mare arrivare fin dentro il paese, distruggere pezzi di case e cancellare letteralmente quasi tutta la spiaggia. «I danni delle due mareggiate – ha sottolineato Antonella Caratozzolo, membro del comitato “Risolleviamo Favazzina” – molte spiagge sono scomparse, dove c’erano le barche adesso ci sono solo detriti e non si può più camminare».
Andiamo a vedere una delle case di Favazzina che sono state danneggiate. Il signor Demetrio Canale ci fa visitare la villa dei suoi genitori. «La mareggiata del 23 dicembre – ha detto Canale – ha praticamente cancellato la spiaggia. Il muro di cinta, che aveva quasi cento anni, ha protetto la casa ma è venuto giù collassando verso il mare. All’interno il mare ha provocato una voragine di cinque metri. Le onde quella notte facevano paura, superavano il muro e entravano dentro casa». La situazione se è possibile è anche peggio a Bagnara. Interi pezzi di lungomare sono stati distrutti dalle due mareggiate. I danni enormi e ancora non quantificati. «Siamo a Marinella – ha spiegato Edmondo Caruso, attivista ambientalista – a questa altezza dei detriti da tempo ostruivano il deflusso di un corso d’acqua e il mare non trovando sfogo ha alzato la base stradale di circa 20 centimetri».
A poche centinaia di metri, nell’ultimo tratto di contrada Marinella prima del porto i danni sono ancora maggiori. La strada è parzialmente distrutta ed è stata chiusa e per passare si deve salire sul marciapiede. E giungiamo al porto cittadino: qui il mare che per secoli è stato l’oro della marineria locale ha portato via parte del molo esterno costringendo l’amministrazione comunale a inibire attracco e passaggio su una vasta area della banchina. «Forse si tratta di un disastro annunciato – ha concluso Caruso – Il molo esterno lato nord è stato completamente distrutto il 23 dicembre: il mare ha abbattuto muri di cemento di quasi un metro. Il porto per Bagnara è vitale e servirebbe un intervento urgente, ma conoscendo come funziona la burocrazia in Calabria, che dire: che dio ce la mandi buona».
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