venerdì,Marzo 29 2024

Coronavirus a Reggio Calabria, ecoturismo: la spinta per ripartire puntando sul territorio

La ricetta di Domenico Guarna: una mentalità imprenditoriale a largo spazio e la capacità di fare rete attraverso biglietti integrati tra le varie risorse

Coronavirus a Reggio Calabria, ecoturismo: la spinta per ripartire puntando sul territorio

Non si sa quando si concluderà l’emergenza covid, intanto però sono banditi i viaggi all’estero e lo sguardo può essere rivolto alle bellezze che sono intorno a noi e che spesso non conosciamo. Anche a Reggio Calabria, e nella sua ricca provincia, spazio all’ecoturismo, incentrato sulla riscoperta della genuinità dei luoghi. È una forma di turismo incentrato sull’impegno ambientalista e sociale. Un incontro diretto con l’ambiente, mirato alla promozione di uno sviluppo sostenibile del settore turistico e che non determina il degrado o l’esaurimento delle risorse. Ne parliamo con Domenico Guarna.

«Mi occupo di ecoturismo, da 4 anni ho lanciato l’associazione “Il giardino di Morgana” che quest’anno prova a fare un salto e, da associazione culturale, prova a divenire un vero attore nel sistema ecoturistico, nel settore delle escursioni soprattutto. Quindi quest’approccio lento al territorio, sono un giornalista mi occupo di raccontare il territorio dal punto di vista storico e turistico prevalentemente.

Il turismo di prossimità

Sicuramente la quarantena ed il lockdown sono stati un colpo ferale per il settore turistico però come ogni periodo di crisi e di transizione bisogna capire quali sono quegli elementi che possono permettere di ripartire e cambiare quel paradigma economico precedente alla crisi. «Sicuramente l’approccio ecoturistico, un turismo di prossimità può essere una delle risposte. Il nostro territorio presenta tutte le caratteristiche per soddisfare i vari settori della richiesta turistica. In primis il turismo all’aperto, che permette le distanze sociali e la possibilità di fare delle escursioni in natura. Tutte caratteristiche che potranno soddisfare in attesa di vedere le linee guida del governo per il settore, ha le caratteristiche per soddisfare tutti quegli elementi. Questo non deve sostituire la vecchia offerta turistica ma deve essere qualcosa che si affianca alla precedente.

Abbiamo avuto nel tempo un approccio mordi e fuggi del territorio, incentrato alle bellezze del museo archeologico, o addirittura a parti del museo, la meravigliosa sala espositiva dei Bronzi di Riace. La città di Reggio in poche ore di percorso viene associata a Scilla, così non si riescono a vedere né le bellezze dell’una, né quelle dell’altra. Per allungare le permanenze abbiamo la necessità di far capire che questa città e le aree limitrofe offrono tantissime cose rispetto ai grandi attrattori. La sfida successiva deve essere quella di agganciare gli altri attrattori non solo alle offerte principali».

Cosa si può suggerire alle amministrazioni locali?

Il suggerimento riguarda l’apertura di questi siti. «Prendo ad esempio Scilla, bellissima realtà turistica, ma che sovente offre i posti identitari chiusi, per problematiche varie, o lasciati all’opera volontaria e meritoria di alcuni individui. Il cambio che dobbiamo realizzare è avere una mentalità imprenditoriale su queste zone. Se è vero che la cultura viene realizzata gratis, non per questo il settore turistico deve realizzarsi sulla base del mero o meritorio volontariato.

Spesso si parla di turismo ma la discriminante è tra un territorio che sa parlare di turismo e un territorio che vuole vivere realmente di turismo e per compiere questo, i passaggi sono: una mentalità imprenditoriale a largo spazio non solo guardando il territorio, ma l’attrattività dall’estero o da fuori regione, in un momento come questo ancora di più; e la capacità di fare rete attraverso biglietti integrati tra le varie risorse turistiche e culturali».

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