mercoledì,Aprile 24 2024

Motta S. Giovanni, Crea: «Il Comune insensibile rispetto ai beni culturali di Lazzaro»

Secondo il referente unico dell’Ancadic: «L’assessore ai Beni Culturali dimostra di non conoscere lo stato dei luoghi oltre che la situazione igienico sanitaria delle aree archeologiche»

Motta S. Giovanni, Crea: «Il Comune insensibile rispetto ai beni culturali di Lazzaro»

L’esigenza di conservare e garantire la fruizione da parte della collettività delle cose di interesse storico e artistico non è nell’interesse dell’assessore ai Beni Culturali del Comune di Motta SG.Nonostante i numerosi solleciti della scrivente associazione riguardanti la messa in sicurezza delle aree archeologiche di Lazzaro ad oggi nulla è stato fatto». Lo scrive in una nota Vincenzo Crea, referente unico dell’Ancadic e Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”.

«Abbiamo chiesto più volte notizie all’Assessore con delega ai Beni Culturali del Comune di Motta San Giovanni in merito all’attività di tutela, gestione e valorizzazione  dei Beni  Culturali  comunali  di  cui  il  Comune  ne  ha  assunto l’onere a seguito della convenzione sottoscritta tra lo stesso Comune e la Soprintendenza di Reggio Calabria, nonostante i ripetuti solleciti nessuna notizia è pervenuta.

Il silenzio serbato dall’assessore ai Beni Culturali del Comune di Motta SG di riflesso dimostra di non conoscere lo stato dei luoghi oltre che la situazione igienico sanitaria delle aree archeologiche determinata dalla presenza di sterpaglie e vegetazione arbustiva anche secca che può innescare  incendi, la presenza di rifiuti nell’area laterale all’accesso al sito di parcheggio che sistematicamente vengono dati alle fiamme e hanno bruciato gran parte della recinzione in legno, che risulta demolita in più tratti. Uno scempio e un danno alla salute pubblica e anche economico. Per non parlare poi dell’area archeologica situata a ridosso lato mare del Corso Italia di Lazzaro ove insistono gli ambienti a mosaico, probabilmente ormai non più recuperabili.

Chiunque nell’eseguire una visita ispettiva dei luoghi  si sarebbe accorto che nell’area archeologica a monte della SS 106 che custodisce i ruderi della villa romana che secondo alcuni studi ospitò Marco Tullio Cicerone, che si rivolterà nella tomba vedendo questo scempio, non è  recintata ed è visitata da animali randagi e spesso vi pascolano animali da reddito.

Anche nell’antistante sito di parcheggio quotidianamente pascolano animali da reddito e tra i ciottoli e le sterpaglie si notano  innumerevoli  escrementi di animali. Vi pare normale ciò? Questa è la nostra realtà,  e sebbene sia incontestabile si è sempre pronti a reagire quando qualcuno ce la fa notare. Dove ci porterà questa grave situazione di degrado e di totale abbandono dei beni culturali e non solo culturali di Lazzaro?»

top