martedì,Aprile 23 2024

Il Parco Nazionale dell’Aspromonte nella rete dei Geoparchi Unesco

Le sue rocce antiche di trecento milioni di anni. Un ricco laboratorio di geologica e biodiversità

Il Parco Nazionale dell’Aspromonte nella rete dei Geoparchi Unesco

Dopo un iter di quattro anni, la Rete Mondiale dei Geoparchi dell’Unesco – Unesco Global Geoparksannovera anche il parco nazionale dell’Aspromonte. La particolarità delle sue rocce, la peculiarità dei suoi paesaggi, la ricchezza della sua biodiversità e la sua storia antica attraversata da diverse civiltà hanno incantato anche il Consiglio esecutivo dell’organizzazione Onu, impegnata nella promozione della Pace nel segno della Cultura, della Scienza e dell’Educazione.

Un risultato ufficializzato in occasione di una riunione che ha collegato 160 paesi del mondo e in cui è stato formalizzato l’ingresso nella rete mondiale anche parco abruzzese della Majella. Con Montalto, dall’alto dei suoi 1955 m.s.l.m, il parco dell’Aspromonte si così aggiunge all’altro calabrese Pollino, tra gli undici siti riconosciuti a livello internazionale per l’unicità della ricchezza geologica e per il notevole valore scientifico, storico ed educativo. Un patrimonio universale che si accresce anche nel nome della Calabria.

«Questo riconoscimento prestigioso ci accredita in modo diverso nelle nostre interlocuzioni – ha sottolineato Leo Autelitano, presidente del Parco Nazionale di Aspromonte – e ci chiama a potenziare il nostro impegno per la creazione reti virtuose attorno al parco. Cresce, infatti, contemporaneamente anche il livello di responsabilità. C’è bisogno di sinergie efficaci con le popolazioni locali e con le istituzioni, al fine di concretizzare le possibilità di maggiore valorizzazione che esso porta con sé. Penso ad esempio al percorso che da Natile Vecchio porta a Pietra Cappa, già molto frequentato e apprezzato e che, dopo questo riconoscimento, sarà ancora più ambito. Sarà necessario essere all’altezza di questa crescita, potenziando i servizi e predisponendo il territorio all’accoglienza.

Al perseguimento di questo obiettivo devono contribuire la comunità e le istituzioni, consapevoli dell’importanza cruciale di questa sfida e dell’importanza di animare con progetti e iniziative questi luoghi straordinari di valore ormai internazionale. Noi saremo a disposizione per mettere in campo i processi e salvaguardare la natura, ma sono necessari consapevolezza, partecipazione e coinvolgimento.

Abbiamo già avviato un laboratorio aperto in cui i territori dei 37 Comunità del Parco, presieduta dal sindaco di Gerace Francesco Pezzimenti, sono chiamati a esprimersi sulla destinazione, ad esempio, di terreni e infrastrutture di loro proprietà. Da domani ci sarà certamente più lavoro da fare, molto più lavoro di prima. In pianta organica non arriviamo a trenta dipendenti e le attività sono molteplici. Il nostro impegno è assicurato e quindi speriamo di farcela», ha evidenziato ancora Leo Autelitano, presidente del Parco Nazionale di Aspromonte.

Il progetto prosegue, ampliandosi, sulle due direttrici strategiche di promozione delle migliori prassi di tutela della diversità e di uno sviluppo sostenibile, frutto della contaminazione tra prospettive globali e locali capaci di generare anche economia e turismo.

Ecco l’elenco aggiornato dei parchi della Rete Mondiale dei Geoparchi: Madonie (2004), Rocca di Cerere (2004), Beigua (2005), Adamello-Brenta (2008), Cilento Vallo di Diano e Alburni (2010), Colline metallifere toscane (2010), Alpi Apuane (2011), Sesia-Val Grande (2013), Pollino (2015), Aspromonte e Majella (2021).

Quattro anni di iter

Un percorso iniziato nel 2017, con Giuseppe Bombino presidente, è stato portato avanti in questi anni con impegno e convinzione. Fondamentali sono stati la passione del compianto direttore Sergio Tralongo, al quale è stato dedicato questo importante traguardo, e la dedizione del team del Progetto Geopark, guidato da Sabrina Santagati e composto da Serena Palermiti, Chiara Parisi, Sabrina Scalera e Nino Siclari. Prezioso anche l’apporto scientifico dei professori Rosolino Cirrincione e Gaetano Ortolano dell’Università di Catania e del professore Rocco Dominici dell’Università della Calabria.

Rocce antiche di trecento milioni di anni

«Il parco dell’Aspromonte vanta un patrimonio di rocce antiche di trecento milioni di anni: è uno straordinario laboratorio di geologia a cielo aperto. Il traguardo raggiunto inorgoglisce tutta la Calabria e adesso ci pone davanti altre sfide che accogliamo con entusiasmo e impegno, consapevoli che di grandi opportunità per i nostri territori è foriero l’ingresso in questa rete mondiale. È proprio l’Unesco ad attendersi che attorno a questo patrimonio unico si creino occasioni di crescita socio-economica e sviluppo sostenibile per i territori. In questa ottica il Parco ha già avviato un percorso con le comunità», ha sottolineato Sabrina Santagati, responsabile del Geoparco Aspromonte.

Il riconoscimento all’interno della rete dei Geoparchi Unesco sarà, dunque, di ulteriore stimolo alla valorizzazione del suo patrimonio identitario e naturalistico e allo sviluppo dell’ampio territorio nel quale si estende, accrescendone il valore e costituendo quella occasione sempre più significativa di sviluppo complessivo da articolare in termini naturalistici, culturali e turistici. Un potenziale immenso che adesso ha un’occasione imperdibile di esprimersi e di generare benessere.

La storia del parco

Nato nel 1989 per la tutela e la salvaguardia ambientale dei territori della sezione aspromontana dell’ex Parco Nazionale della Calabria, esistito fino al 2002, il Parco Nazionale d’Aspromonte oggi consta di 8 Geositi di rilevanza internazionale e 89 geositi censiti. Ricco di biodiversità, esso si estende nella provincia di Reggio Calabria e comprende 37 comuni dell’attuale Città Metropolitana reggina. Il suo nome è antico come la sua storia, Aspromonte, dal greco monte lucente.

Unesco in Calabria

Su oltre 1120 nel mondo, sono 55 i siti patrimonio Unesco in Italia, che con la Cina detiene il primato per beni insistenti sul suo territorio. Di questi 6 sono in Calabria: la foresta di Cozzo Ferriero (da Coppola di Paola fino a Ferriero in Basilicata) annoverata nella Antiche faggete primordiali dei Carpazi e delle altre regioni d’Europa (bene transnazionale), la Varia di Palmi nella rete delle grandi Macchine a Spalla, patrimonio immateriale come la Transumanza, il Duomo di Cosenza inserito nella lista dei Testimoni di Cultura di Pace, Codex Purpureus Rossanensis annoverato nel registro delle Memorie del Mondo, la Sila tra i siti di eccellenza come Riserva di Biosfera. Tra i 41 beni italiani al momento candidati anche la calabrese e antica cattolica di Stilo e i complessi basiliano-bizantini nel reggino.

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