mercoledì,Aprile 24 2024

Rifiuti, nuova protesta del comitato “Gioia Tauro respira”

In strada con maschere antigas e striscioni sulla via Ciambra. «Chiediamo risposte e lo stop a questo disastro ambientale»

Rifiuti, nuova protesta del comitato “Gioia Tauro respira”

Nelle prime ore del pomeriggio di ieri, i cittadini del comitato “Gioia Tauro respira” si sono riuniti sulla via Ciambra, uno dei posti simbolo del degrado cittadino e dell’incuria, «per dare vita ad una protesta spontanea con il solo obiettivo di mettere un punto ad una situazione che dura da anni e che degenera di giorno in giorno, sotto l’occhio passivo di Amministrazione comunale ed autorità varie. Quello della spazzatura a Gioia Tauro – hanno spiegato i membri del Comitato – non è un problema nuovo, anzi, è ben radicato nella storia della città ma adesso i cittadini sono arrivati al culmine della loro pazienza. Attanagliati dalle continue richieste di pagamento di una Tari tra le più esose d’Italia, per dei servizi inesistenti, stufi dei continui roghi tossici messi in atto da chi pensa di porre rimedio incendiando i rifiuti, e messi in ginocchio da una pandemia che richiede come prima regola di comportamento la massima igiene, i cittadini hanno manifestato insieme a noi».

Muniti di maschere antigas e hanno affisso uno striscione recante la scritta “Sulla vostra indifferenza, la nostra sofferenza”, sulla via Ciambra, uno dei luoghi cardine del problema rifiuti nella città, «dove il menfreghismo dello Stato la fa da padrone. Erano i primi giorni di aprile – continua il Comitato – quando nella città di Gioia Tauro venivano sottoposte a sequestro quattro discariche abusive. L’operazione denominata “Madre Natura”, svolta dal comando dei carabinieri della cittadina gioiese e guidata dalla Procura di Palmi, aveva portato all’arresto di cinque persone e all’iscrizione nel registro degli indagati di ulteriori 90 persone.

L’ area circostante le discariche, in particolare questa di via Ciambra, era stata delimitata con del nastro ed in cartello che diceva che l’area era stata sottoposta a sequestro, tutto però è durato circa quindici giorni, per poi finire in un nulla di fatto, poiché la spazzatura, tra cui carcasse di auto, cestelli di lavatrici fuori uso, frigoriferi e divani non sono mai stati raccolti, legittimando così, gli incivili a tagliare i sigilli e continuare a scaricare rifiuti. In alcuni punti della via i residenti si sono visti costretti a costruire delle recinzioni perché l’enorme mole di immondizia sconfinava nei loro terreni, con questa protesta chiediamo risposte e lo stop a questo disastro ambientale tramite i giusti controlli e l’avvio di una raccolta giornaliera ed adeguata».

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