venerdì,Aprile 19 2024

Emergenza rifiuti, la Regione non definisce i lavori dell’impianto di Contrada Cicerna

Tutto precario e il sindaco ricorda che «se si dovesse procedere con la necessaria manutenzione straordinaria bisognerebbe chiudere l’impianto e utilizzare quella seconda linea i cui lavori non sono finiti»

Emergenza rifiuti, la Regione non definisce i lavori dell’impianto di Contrada Cicerna

Una concessione prorogata di volta in volta e una manutenzione straordinaria che manca: all’origine dell’emergenza rifiuti nella Città metropolitana di Reggio Calabria non c’è solo il problema della mancanza di una discarica di servizio al termovalorizzatore di Gioia Tauro. Basta arrivare all’impianto di contrada Cicerna per accorgersi che la Regione ha lasciato indefiniti i lavori del previsto raddoppio, si vede infatti il ferro arrugginito che fuoriesce dall’armatura di cemento, e, mentre a singhiozzo riprende il conferimento dei rifiuti, il sindaco Aldo Alessio ricorda: «Quando l’impianto fu realizzato aveva una discarica di servizio, solo che quando è andata in saturazione la Regione non ha provveduto per tempo ad una soluzione alternativa».        

Per questo il primo cittadino del centro sinistra parla di «colpe da dividere tra Regione e Città metropolitana, che ancora oggi non hanno individuato una soluzione definitiva, visto che non si conoscono i tempi per l’eventuale avvio della discarica di Melicuccà». Per capire i riflessi regionali che il caos reggino provoca, bisogna risalire al rapporto che lega la Cittadella a Ecologia oggi. «La concessione – sostiene Patrizia Giannotta – è scaduta 3 anni fa ed è stata prorogata. Abbiamo chiesto per quanto tempo, ma non ci è arrivata nessuna risposta, sappiamo solo che si procede di proroga in proroga». Tutto precario e il sindaco ricorda che «se si dovesse procedere con la necessaria manutenzione straordinaria bisognerebbe chiudere l’impianto e utilizzare quella seconda linea i cui lavori non sono finiti».      

Tutto indefinito, non solo la ferraglia, e l’impianto – che vecchio come è potrebbe comunque smaltire già oggi 150 tonnellate al giorno – va in sofferenza. «Non si trovano accomodamenti definitivi – conclude Alessio – anche quella individuata in questi giorni è una soluzione tampone, anche rischiosa visto che in passato è avvenuto che la provincia di Catanzaro dicesse no all’utilizzo della discarica di Lamezia Terme». Impianto, quest’ultimo, che infatti sarà meta degli scarti del termovalorizzatore solo per quel che rimane del mese di giugno, mentre sono ripresi i viaggi per la Puglia con i sindaci impegnati nel ricalcolo della tariffa visti i costi aumentati.   

Nessuna procura indaga sul combinato disposto tra spazzatura per strada con precisione svizzera, contratti a tempo determinato per servizi di importanza vitale, ciminiere senza manutenzione e una normalissima discarica di servizio che ancora manca ? 

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