giovedì,Aprile 18 2024

Discarica di Melicuccà, Il Comitato difesa dei territori aderisce alla manifestazione di sabato

Il sit in di protesta contro la riapertura, promosso da “No discarica – si acqua pubblica”, si terrà a Palmi

Discarica di Melicuccà, Il Comitato difesa dei territori aderisce alla manifestazione di sabato

Il Coordinamento dei Movimenti per la Difesa del Territorio aderisce e parteciperà al sit-in di protesta promosso dal Comitato “No Discarica – Sì Acqua Pulita” per sabato 17 settembre a Palmi, condividendo le ragioni e le preoccupazioni che stanno alla base di questa iniziativa.

«Non è il primo caso in cui i territori hanno subito, in anni di gestioni pseudo-emergenziali – si legge in una nota a firma del Coordinamento – l’imposizione di discariche, inceneritori ed impianti, a forte impatto ambientale, mal gestiti, mai monitorati ed oggetto di denunce da parte delle associazioni ambientaliste e di tutela della salute, ma anche di fermi amministrativi a seguito di indagini da parte della magistratura e delle forze dell’ordine».

È il caso della discarica la Zingara, nel Comune di Melicuccà, a ritrovarsi dopo anni con proposte di ampliamento e riapertura, nonostante il sito, oggetto anche di sequestro, sia risultato – sottolinea il Cmdt – altamente inquinato, come accertato dai Carabinieri del Noe nel lontano 2014.

«Ma evidentemente non sono bastate le difformità riscontrate rispetto alla valutazione di impatto Via, né che la Procura di Catanzaro, nello stesso anno, avesse condizionato la riapertura solo a fronte della bonifica precedente del sito. A nulla sono valse le preoccupazioni di Legambiente che già nel 2011, segnalava la presenza della falda acquifera del torrente Arena, affluente del Vina. A nulla valgono, oggi, i provvedimenti amministrativi e giudiziari presi dalle Amministrazioni comunali allarmate dal rischio di coinvolgimento, nel disastro ambientale, anche della risorsa idrica. A nulla sono valsi i ricorsi al Tar, le denunce in Procura, le indagini del Cnr, e persino lo stop intimato dal Ministero alla transizione ecologica, di fermare i lavori in corso! Evidentemente gli interessi economici, l’elemosina delle royalties, spesso persino disattese, e le mire di gestori privati, contano più della salute pubblica».

Insomma, costatano amaramente dal Comitato, «si continua a insistere su quel sito, bypassando i cori di “No” che arrivano da più parti».

«Le rassicurazioni della Città Metropolitana non potranno mai rassicurare comunità che troppo hanno subito da gestioni poco trasparenti: basti ricordare la corposa relazione sulle attività illecite nel ciclo dei rifiuti in Calabria del 2011 redatta dalla Commissione parlamentare di inchiesta guidata allora dall’on.Pecorella».

«Buttare fuori i privati dal ciclo dei rifiuti, rendere pienamente trasparente le varie fasi della lavorazione, favorendo anche forme di controllo popolare, ragionare sui siti dove realizzare i vari impianti insieme ai territori e nel rispetto della salute pubblica e dell’ambiente, dovrebbero essere i primi passi per provare a ricreare un clima di fiducia in un settore così controverso. E come si può avere fiducia quando, proprio mentre si chiedeva l’apertura della Zingara per affrontare l’emergenza rifiuti reggina – conclude il Comitato – arrivavano in Calabria i rifiuti che invadevano le strade del ragusano

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