Un angolo di natura silenzioso e intatto, protetto dal Wwf Montebello Jonico, nel reggino, ospita l’osservatorio ornitologico nel pantano di Saline, ultima testimonianze delle saline reggine di fine settecento.
«A prescindere dalla bellezza che un’oasi di tranquillità deve portare, qui abbiamo la presenza di un’avifauna, sia migratoria che stanziale, notevole: si tratta di più di cento specie» chiarisce lda Evoli, presidente O.A. Wwf provincia di Reggio Calabria.
E tra l’bis eremita nero, l’bis mignattaio ramato, lo Stretto è tra le zone migratorie più varie col passaggio di più di 320 uccelli.
«La visita si fa con le nostre guide preparate su tutte le specie che si trovano nel pantano. Questo luogo nasce grazie all’interessamento da più di 40 anni da parte del Wwf al pantano e all’avifauna presente.
La passione e la volontà di salvaguardare questo luogo ha fatto sì che il Wwf Italia progettasse quest’idea, ampiamente abbracciata da Rfi, senza cui non avremmo potuto far nulla, perché siamo in comodato d’uso. Con il Por regionale siamo riusciti a costituire questa terrazza sui laghetti del Pantano per vedere, seguire e monitorare il ritmo giornaliero degli uccelli senza disturbare e con la discrezione necessaria».
Oasi di protezione della fauna selvatica e della flora tipica delle acque salmastre, il luogo è punto di incontro di uccelli, incantevole tappa di migrazioni stagionali.
«Crediamo molto nella tutela della biodiversità – afferma Giuseppe Micalizzi dei carabinieri Forestali della Biodiversità – tant’è che lo facciamo operando sul campo con la gestione delle foreste demaniali, come nel caso delle foreste dell’Alto Aspromonte, con la parte delle Faggete, che da poco sono state inserite nel patrimonio Unesco.
Lo facciamo anche attraverso l’educazione e il coinvolgimento dei ragazzi, dei giovani e, più in generale, di tutti i cittadini proprio per passare il messaggio del rispetto dell’ambiente e della tutela della biodiversità perché è ciò in cui crediamo, per il futuro, come missione istituzionale».
Il pantano saline ioniche è nell’elenco dei siti di importanza comunitaria della commissione europea per la regione biogeografica mediterranea. «L’oasi che il Wwf ha realizzato con grande sacrificio e con l’apporto di Ferrovie dello Stato – aggiunge il sindaco di Montebello, Maria Foti – È una grande conquista per il territorio, si sta sviluppando un discorso molto interessante che spero possa essere implementato in futuro. I laghetti sono un bene prezioso che deve essere tutelato. Un’importante ricchezza che entra nel patrimonio del Comune».
L’osservatorio ornitologico, finanziato dal Por Calabria, è un primo tassello per fruire conoscere e tutelare il pantano di Saline. «Il pantano – si legge in una nota – rappresenta l’ultima testimonianza di quelle che furono fino al 700 le famose saline di Reggio, dalla metà del sedicesimo secolo iniziò la bonifica e il prosciugamento, per contrastare la diffusione della malaria. Lo stagno, che oggi si può osservare, è il residuo dell’ampio sistema di zone umide e di ambienti di transizione salmastri la cui eliminazione risale alle bonifiche del secondo dopoguerra.
Da un’area interamente paludosa, racchiusa tra Capo d’Armi e la Fiumara di Melito, a tappe successive, si è passati all’attuale situazione che vede un’esegua zona ricoperta di acqua e ormai imprigionata tra le strutture civili. Nel 2001, con la legge regionale numero 7, la Regione Calabria dichiara il pantano di Saline oasi di protezione della fauna selvatica e della flora tipica delle acque salmastre.
Dal luglio 2006 il Sic saline ioniche è nell’elenco dei siti di importanza comunitaria della commissione europea per la regione biogeografica mediterranea. L’area è oggi zona speciale di conservazione e appartiene alla Regione con bioclima mediterraneo oceanico nell’ambito di una condizione subtropicale temperata».