I primi incendi spaventano l’Area Grecanica: prevenzione e droni sotto esame
Quanti e quali passi avanti si sono fatti nel campo della prevenzione? Dopo un'estate da dimenticare ed i primi roghi già in aprile la stagione che verrà preoccupa cittadini ed istituzioni

Immaginiamo per un momento di essere trasportati in un’epoca diversa, quella in cui Dante Alighieri, sommo poeta del Medioevo, decide di scrivere la sua celebre “Divina Commedia“. Tuttavia, anziché dipingere il suo viaggio ultraterreno attraverso inferno, purgatorio e paradiso con sfondi di paesaggi metafisici e simbolici, sceglie di ambientarlo in una cornice molto più vicina e drammaticamente reale: l’Area Grecanica della Calabria durante l’estate del 2023. Il paradiso dell’uomo, il purgatorio dell’uomo, l’inferno degli incendi. Qui, il paesaggio infernale non è frutto di allegorie religiose, ma il risultato tangibile di roghi devastanti e temperature che superano i 40 gradi all’ombra, un quadro che purtroppo ha realmente caratterizzato quei terribili giorni di luglio in cui tutti ricordiamo, ad esempio, Pentidattilo avvolta tra le fiamme, in una scena che va oltre ogni blockbuster hollywoodiano possibile.
Famiglie in fuga dalle proprie case avvolte dalle fiamme, scene che ricordano i più drammatici blockbuster americani, persone disperate che corrono verso la salvezza: questa sarebbe la cruda rappresentazione dantesca della nostra era. Un inferno non più astratto, ma dolorosamente concreto, dove il fuoco consuma non solo i boschi ma anche le vite, le speranze e i sogni della gente. Questi eventi non sono solo il frutto di una semplice calamità naturale, ma anche – e, troppo spesso, soprattutto – il risultato delle conseguenze del cambiamento climatico in un mix letale con l’incuria generale e l’azione di piromani criminali.
Parola d’ordine: prevenzione
È in questo contesto che si inserisce l’importanza vitale della prevenzione degli incendi boschivi. La manutenzione delle montagne e dei terreni, insieme a una lotta serrata contro i piromani, diventa non solo una misura di salvaguardia ambientale, ma un imperativo etico e sociale per proteggere le nostre comunità e il nostro futuro. Bisogna comprendere come strategie preventive efficaci e una gestione attenta e rispettosa dell’ambiente possano non solo mitigare la frequenza e l’intensità degli incendi, ma anche preservare la vita e il benessere delle popolazioni residenti specialmente nelle aree interne.
Ecosistemi a rischio
L’Aspromonte e le colline brulle dell’Area Grecanica, parte integrante del patrimonio naturale e culturale della Calabria, sono stati testimoni di devastanti incendi forestali, particolarmente intensi durante l’estate del 2023. Questi eventi non solo hanno messo in luce la fragilità di questi ecosistemi, ma hanno anche evidenziato l’impatto profondo che tali disastri possono avere su biodiversità, economia locale e qualità della vita delle comunità.
Le fiamme, alimentate da condizioni climatiche estreme e da una gestione troppo spesso lacunosa del territorio, hanno trasformato vasti tratti di vegetazione rigogliosa in paesaggi desolati. L’Aspromonte, noto per la sua ricca biodiversità e come rifugio per numerose specie di flora e fauna, ha visto il suo ambiente naturale compromesso. Gli incendi hanno devastato habitat cruciali, minacciando la sopravvivenza di specie protette e mettendo a rischio la biodiversità che caratterizza questa area.
L’impatto economico e sociale
Oltre agli evidenti danni ecologici, gli impatti socioeconomici sono stati altrettanto severi. L’agricoltura, fulcro economico per molte famiglie locali, ha subito perdite significative. Campi coltivati, pascoli e piantagioni di ulivi, viti, ma anche bergamotteti, sono stati distrutti, con ripercussioni dirette sul sostentamento delle comunità rurali.
L’impatto emotivo sugli abitanti è stato altrettanto devastante. La perdita di case, la distruzione di beni personali e la minaccia costante alle vite umane hanno generato un senso di vulnerabilità e paura, che perdura ben oltre la stagione degli incendi. La visione di intere comunità che, nel tempo, possano sentirsi costrette ad abbandonare le proprie abitazioni ed i terreni sempre più aridi evoca un senso di urgenza nell’affrontare e mitigare le cause e le conseguenze di tali catastrofi.
…E nel 2024?
In questo contesto, diventa evidente che la prevenzione e una gestione attenta e sostenibile del territorio sono essenziali per ridurre la frequenza e l’intensità degli incendi. L’adozione di pratiche agricole sostenibili, la conservazione delle aree forestali e la reintroduzione di vegetazione autoctona possono contribuire significativamente alla resilienza di queste aree. Anche questo è l’auspicio che si pone il programma regionale di forestazione di cui si è dotato la Regione Calabria lo scorso marzo. Elaborato in collaborazione con l’Accademia Italiana di Scienze Forestali, avrà validità ventennale e sarà aggiornato su base quinquennale. Sarà sufficiente a scongiurare una nuova stagione di incendi? Riusciranno, i droni di Occhiuto, a prevenire le azioni vandaliche dei piromani? La paura è che sia già troppo tardi: le fiamme, già in aprile e per il momento isolare, non fanno presagire il meglio.
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