giovedì,Gennaio 23 2025

Oggi è la giornata del no al ponte sullo Stretto: «Sarà fermato ma intanto pronta class action»

Ambientalisti, medici ed esperti del settore presenti alla manifestazione per ribadire le ragioni per fermare un’opera «dannosa e inutile che rappresenta solo uno spreco di denaro pubblico»

Oggi è la giornata del no al ponte sullo Stretto: «Sarà fermato ma intanto pronta class action»

Tra poco si uniranno a Villa San Giovanni i due cortei, quello villese e quello in partenza da Messina per dare vita a un corteo pacifico voluto per ribadire la contrarietà alla realizzazione del Ponte sullo Stretto. Migliaia sono i partecipanti previsti e tante le partecipazioni confermate da parte di politici, associazioni di categoria, sindacati e soprattutto ambientalisti.

Ed è stato l’avvocato Aura Notarianni rappresentante del Comitato No ponte siciliano ad annunciare una vera e propria azione di classe per fermare l’accelerazione salviniana. «Userei il condizionale. Quest’opera non verrà realizzata, probabilmente sarà fermata molto prima. Però noi continuiamo a fare le nostre osservazioni, i nostri rilievi a qualsiasi attività ponga un tassello in avanti rispetto alla possibile ma non certa realizzazione. E comunque secondo noi è impossibile l’approvazione del progetto definitivo con tutte le valutazioni. La manifestazione è una manifestazione che ripeterà le grandi manifestazioni già svolte per contrastare quest’opera che impatta sul territorio e sulla gente perché questa è l’unica opera pubblica in Italia che dovrebbe insediarsi in un territorio così popolato che investe la quiete e la tranquillità e la salute di due città come Villa e Messina».

La Notarianni conferma un maggio di manifestazioni ma «abbiamo ancora un mese di studio di contestazioni e di azioni per fermare non quest’opera ma per fermare questo continuo sperpero di denaro pubblico. In realtà non è un’accelerazione perché i rilievi della commissione imporranno una richiesta di rinvio che già Ciucci ha annunciato. Quindi non si andrà da nessuna parte. Temevamo che il 16 maggio ci fosse una risposta compiuta che invece non ci sarà quindi già oggi si dice andiamo ad a novembre o a dicembre con le risposte ai rilievi. E quindi poi con la conferenza dei servizi e poi col Cipes ma non ci si può arrivare perché questo significa continuare a spendere denaro pubblico inutilmente. Stiamo preparando un’azione di classe per fermarli prima».

Ma i no continuano a fioccare anche da parte di esperti in medicina come Giuseppe Magazzù docente di pediatria dell’Università di Messina che ha messo in evidenza i rischi che la costruzione stessa dell’opera avrebbe sulla salute e l’impatto negativo. «I contributi si possono dare solamente se ci mettiamo d’accordo su un criterio che è quello del metodo. Quindi prima di entrare nel merito in quello che ciascuno di noi può dire. Noi dobbiamo basarci sui metodi e in medicina è quello che si chiama Evidence Bass medicine. Ci sono delle prove di efficacia o di rischio che devono essere valutate se noi ci mettiamo a valutare tutte queste prove ecco che allora la gente dovrà decidere sulla base di documentazione che potrà andare sempre a procurarsi e a rintracciare e a consultare perché se no restano solamente opinioni e diventa solamente una lotta di ideologie. E questa non è una ideologia verso un’altra ideologia».

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