Emergenza idrica, il basso jonio reggino fa i conti con la sete: è la crisi peggiore della storia
San Lorenzo, Melito Porto Salvo e altre località dell'area grecanica vivono da tempo giorni difficili: la crisi idrica ha colpito duramente e le autorità devono agire con decisione per evitare che l'estate si trasformi in una catastrofe per migliaia di famiglie

Se l’emergenza idrica che sta colpendo la Calabria in questi mesi estivi non ha precedenti nella storia, nel Basso Jonio Reggino la situazione è divenuta ancora più estremamente critica, specialmente in alcuni comuni delle aree interne. Gli effetti di questa crisi sono ormai evidenti e stanno mettendo a dura prova le amministrazioni locali e la popolazione, portando a un drastico cambiamento dello stile di vita per centinaia – se non migliaia – di famiglie.
La mancanza di piogge e il calo delle risorse idriche hanno portato alla dichiarazione dello stato di emergenza da parte della Regione Calabria. A seguito di un’attenta valutazione della situazione, l’11 luglio è stato emesso un decreto che consente ai comuni di accedere a risorse economiche straordinarie per far fronte all’emergenza. Questo provvedimento include la possibilità di noleggiare autobotti e altri mezzi necessari per garantire l’approvvigionamento idrico minimo ai cittadini.
La sete dell’Area Grecanica
I comuni dell’area grecanica, tra cui il più grande, Melito Porto Salvo, stanno affrontando una delle peggiori crisi idriche degli ultimi anni. La macchina dell’emergenza è in moto, e la sua gestione ha trovato “casa” al Centro di Coordinamento d’Ambito, con Melito come comune capofila. Il coordinamento tra le varie amministrazioni e l’intervento della Protezione Civile ha permesso di avviare un piano di emergenza che sta ottenendo buoni risultati, anche se le difficoltà non mancano. Uno dei principali problemi è rappresentato dalla carenza di una pianificazione locale adeguata, che ha rallentato la risposta iniziale alla crisi.
Vi sono comuni, come quello di San Lorenzo ed in particolare il centro storico e la frazione di San Pantaleone, che stanno vivendo una situazione particolarmente difficile che però non è nuova: qui le difficoltà persistono da anni, addirittura decenni in alcuni casi. E dal momento che le sorgenti che alimentano questi territori stanno registrando un drastico calo, in alcuni casi superiore al 50%, l’emergenza si è fatta letteralmente insostenibile. Questo ha reso necessario l’attivazione di misure di emergenza, tra cui il razionamento dell’acqua e l’uso di pozzi privati requisiti per integrare le risorse idriche.
La Diga del Menta
Uno degli elementi chiave della crisi idrica nel Reggino è il basso livello dell’invaso della Diga del Menta, che attualmente si attesta al 47,7% della sua capacità massima, un dato significativamente inferiore rispetto agli anni precedenti. Questo impianto è fondamentale per l’approvvigionamento idrico di Reggio Calabria e dei comuni limitrofi, compresi quelli dell’area grecanica. La ridotta capacità della diga ha costretto la Sorical, la società che gestisce le risorse idriche calabresi, a limitare i prelievi d’acqua per garantire la fornitura fino all’autunno. Da quando l’invaso è stato collegato alla città di Reggio, l’Area Grecanica si è vista togliere di per sé un’importante fetta di approvvigionamento idrico che, di questi tempi, fa fortemente sentire la sua assenza.
L’acquedotto Tuccio, che serve Melito Porto Salvo e altri comuni vicini, ha visto una riduzione del 50% nella produzione d’acqua, aggravando ulteriormente la situazione. La mancanza d’acqua ha portato a razionamenti e alla necessità di attivare tavoli tecnici per affrontare l’emergenza in modo coordinato tra enti locali, Sorical e la Protezione Civile.
Le autorità stanno cercando di gestire la situazione attraverso varie misure, come la requisizione di pozzi privati e la pianificazione di interventi straordinari per aumentare l’efficienza della rete idrica. Tuttavia, l’estate – pur essendo quasi a metà agosto – si preannuncia ancora lunga e difficile, con il rischio che la situazione peggiori se le condizioni meteo non miglioreranno.
La risposta delle autorità
Per far fronte all’attuale crisi idrica e prevenire ulteriori emergenze, le autorità comunali e la Protezione Civile sono chiamate a implementare misure concrete e pianificate con cura. La gestione dell’emergenza non può più essere lasciata, come in passato, all’improvvisazione. La prevenzione diventa quindi la parola d’ordine, la quale non si compone solo di azioni di manutenzione preventiva o di buone pratiche di uso e consumo delle risorse idriche da parte dei cittadini: è necessario, infatti, che i comuni sviluppino una pianificazione strutturata e attuabile, in grado di rispondere tempestivamente alle situazioni critiche.
Questo, nell’Area Grecanica, sta diventando realtà: la missione è quella non solo di affrontare l’attuale emergenza, ma di prepararsi anche a tutte le sfide che il cambiamento climatico ci imporrà da qui ai prossimi anni. Solo attraverso un impegno congiunto e continuo tra tutte le istituzioni coinvolte, infatti, si potrà garantire non solo l’approvvigionamento d’acqua ai cittadini, ma anche la preservazione e gestione sostenibile delle risorse idriche della regione.
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