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Aspromonte, Nibbio reale ferito da una fucilata in Calabria

Era stato liberato nel 2023 nell’ambito di un progetto di reintroduzione promosso dal Parco Nazionale con il cofinanziamento dell'Unione Europea

Aspromonte, Nibbio reale ferito da una fucilata in Calabria

«Un giovane nibbio reale è stato ferito da una fucilata il 3 ottobre scorso a sud di Reggio Calabria, tra le località di Pellaro e Motta S. Giovanni. Si tratta di un prezioso esemplare che era stato liberato nell’ambito di un programma di reintroduzione della specie che il Parco Nazionale dell’Aspromonte sta portando avanti con il cofinanziamento dell’Unione Europea.

Il nibbio reale – si legge nella nota dell’ente Parco nazionale dell’Aspromonte – è un rapace elencato come Vulnerabile nella Lista Rossa degli Uccelli nidificanti in Italia.Un tempo comune in molte aree rurali italiane, la specie non nidifica più in Calabria meridionale da vari decenni ed il progetto Life Milvus che è in corso punta proprio alla sua reintroduzione. Il nibbio reale svolge un importante ruolo ecologico perché, alimentandosi principalmente di animali morti contribuisce alla catena di smaltimento naturale delle carcasse, evitando così il diffondersi di organismi patogeni. Inoltre, preda piccoli animali, contribuendo a tenere sotto controllo il numero di roditori e cornacchie grigie.

L’esemplare ferito, che l’Ente Parco con gli ornitologi ha chiamato Andrea, era nato in Svizzera (Cantone di Friburgo) nella primavera 2023 ed era stato liberato nel Parco Nazionale dell’Aspromonte nell’agosto dello stesso anno grazie ad una complessa e delicata operazione alla quale hanno collaborato ornitologi ed enti italiani ed elvetici. Prelevato nel nido all’età di circa cinque settimane, prima di essere rilasciato in natura insieme ad altri sette giovani esemplari anch’essi nati in Svizzera, Andrea aveva trascorso un periodo di ambientamento in voliera nella parte meridionale del Parco Nazionale dell’Aspromonte.

Una volta libero il giovane nibbio reale aveva effettuato movimenti esplorativi che lo avevano portato a visitare molte regioni italiane. In poco più di un anno Andrea ha percorso circa 12.000 km raggiungendo prima la Sicilia e poi, una volta tornato sulla penisola, risalendo verso nord e toccando Basilicata, Puglia, Campania, Molise, Lazio, Abruzzo, Marche ed Emilia-Romagna. Da questo lungo viaggio Andrea era tornato al principio dell’autunno 2024, sano e salvo: non appena arrivato nei pressi dell’area di rilascio è stato vittima di un atto di bracconaggio.

È stato ritrovato a terra, ferito e sanguinante da un ornitologo dello staff del progetto Life Milvus grazie alla precisa localizzazione fornita dal trasmettitore GPS di cui era dotato. Portato al Centro Recupero Fauna Selvatica “Stretto di Messina”, una radiografia ha evidenziato una lesione dell’ulna causata da un pallino da caccia. Il giovane rapace è vivo per caso, non si sa ancora se potrà tornare a volare.

Nell’agosto 2024 – si legge ancora nella nota dell’ente Parco nazionale dell’Aspromonte – nel Parco Nazionale dell’Aspromonte sono stati liberati altri 17 nibbi reali, originari di Svizzera, Francia (Corsica) e Basilicata. Nel primo giorno di preapertura della caccia, il 1° settembre 2024, una femmina chiamata Bruna è inspiegabilmente caduta in mare a pochi chilometri dalle coste calabresi. Non è stato possibile recuperare l’animale per accertare le cause della scomparsa, ma i dati GPS fanno sospettare che anche questo individuo possa essere stato sparato.

Il nibbio reale è un rapace dallo splendido piumaggio multicolore, mostra una coda tipicamente forcuta, ha un’apertura alare che raggiunge il metro e ottanta centimetri: certamente non lo si può scambiare per una tortora o per un colombaccio. È evidente che il bracconaggio continua ad essere un fenomeno grave e diffuso ed è noto che nel periodo di preapertura della caccia sono molti i rapaci migratori che vengono uccisi un po’ ovunque. Tra gli ultimi episodi, l’uccisione in Sardegna con una fucilata, proprio in concomitanza con la preapertura, di un’aquila di Bonelli reintrodotta nell’ambito del progetto europeo LIFE “Aquila a-Life”. I casi scoperti sono quelli che interessano gli esemplari dotati di GPS, solo la punta di un iceberg di proporzioni che rimangono non conosciute, ma sicuramente molto rilevanti.

Il bracconaggio non è semplicisticamente riconducibile a ignoranza e barbarie, ma è un crimine spesso scatenato dal business correlato al traffico di animali imbalsamati. Se vogliamo tutelare la biodiversità, conservare ecosistemi sani e far sì che progetti che vogliono migliorare la qualità ambientale e l’attrattiva dei territori abbiano successo, è quantomai necessario attuare una forte azione di contrasto del bracconaggio, ma anche, a questo punto, ridurre il periodo di caccia, perché l’inizio dell’attività venatoria non coincida con il picco della migrazione autunnale di molte specie protette.

Il Commissario Straordinario dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, arch. Renato Carullo – così si conclude la nota dell’ente Parco nazionale dell’Aspromonte – esprime profondo rammarico per l’accaduto, anche alla luce degli sforzi profusi dall’amministrazione che rappresenta, che hanno visto l’Ente impegnato in numerose campagne di sensibilizzazione, di diffusione e di conoscenza del progetto portato avanti come beneficiario-coordinatore, con ingenti risorse pubbliche impiegate, volte alla reintroduzione della specie nel territorio, protetto e non solo, come ulteriore tassello di biovidiversità che da oltre un secolo era andato perduto».

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