mercoledì,Luglio 16 2025

Villa, la denuncia del Codacons: «Disposta un’ordinanza “balneare” che non parla di bagnanti»

Segnala l'irregolarità dell'atto il coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei Consumatori

Villa, la denuncia del Codacons: «Disposta un’ordinanza “balneare” che non parla di bagnanti»

«Il Codacons segnala una grave anomalia amministrativa e ambientale nel Comune di Villa San Giovanni, dove è in vigore un’ordinanza sindacale n. 22/2025
formalmente definita “balneare”, che tuttavia non regolamenta alcun aspetto dell’attività balneare o dell’uso dell’arenile da parte dei cittadini.
Nessuna disciplina – si legge nella nota del Codacons provinciale reggino – sugli orari di balneazione, sull’accessibilità, sulla sicurezza, sulla gestione dei rifiuti o sulla tutela ambientale: l’unico contenuto effettivo dell’ordinanza è il divieto di sosta veicolare, esteso a una zona indeterminata del demanio marittimo e fluviale, alle foci dei torrenti e alle “zone retrostanti”, senza che vi sia una chiara delimitazione e senza dar conto della competenza per materia e territoriale.


Non viene esplicitato il divieto di transito, lasciando intendere — in maniera pericolosa e fuorviante — che l’accesso carrabile all’alveo della fiumara sia lecito se non accompagnato da sosta e pertanto le sanzioni che non sono accompagnate dalla rimozione dei mezzi, devono essere considerate prive di efficacia.
L’impostazione del sindaco è doppiamente inaccettabile, perché interviene su aree appartenenti al demanio fluviale, come l’alveo della fiumara Santa Trada, su cui il Comune non detiene alcuna competenza, secondo quanto stabilito dall’art. 1 della L.R. Calabria n. 3/2000 e perché tace sia sul transito veicolare sia sugli evidenti abusi sul muro d’argine, generando un vulnus incompatibile con i regimi di tutela del Codice Civile (artt. 822 e 823), del Codice della Navigazione, e dei vincoli PAI, in
particolare quelli di classe P3–P4 e zona ZPS “Costa Viola”.


Un’ordinanza ‘balneare’ che non parla di bagnanti, ma che lascia aperto l’alveo alla carrabilità: una scelta gravemente incoerente sotto il profilo ambientale, giuridico e amministrativo” — afferma il Codacons
Ma c’è di più, perché sul muro d’argine sono state realizzate una decina di villette in parte abusive.
Al momento – prosegue il Codacons provinciale reggino – sono in corso lavori di riadeguamento della fiumara, finanziati dalla Regione. senza evidenza pubblica di autorizzazione, in un territorio su cui gravano diversi vincoli anche europei e senza che la ditta incaricata dei lavori venga esclusa dall’ordinanza.
Nel pieno di un dibattito politico e mediatico sul Ponte sullo Stretto, dove si invocano con forza legalità ambientale, sostenibilità e vigilanza pubblica, è intollerabile che sul territorio di base di quel progetto si possano adottare atti carenti, opachi, potenzialmente illegittimi e ignorare episodi di consumo suolo, abusivismo edilizio e mancanza di trasparenza amministrativa, ancor di più ove si pensi che l’attuale
sindaca assunse la difesa legale del Comune per quegli abusivismi mai trasformati in demolizioni.
La legalità ambientale non può essere selettiva: chi la pretende per il Ponte sullo Stretto deve perseguire la tutela rigorosa di ogni metro di suolo fragile e vincolato. A Santa Trada oggi non si chiude un occhio: si chiudono gli occhi alla città e questo è inaccettabile”.
Codacons – conclude la nota – ha inoltrato formale richiesta alla Regione Calabria che ha finanziato i lavori in atto ed alle Procure della Repubblica di Catanzaro e Reggio Calabria al fine dell’apertura di un fascicolo conoscitivo sulla questione, chiedendo anche l’immediato ripristino dei muri d’argine del torrente e l’inibizione totale della circolazione all’interno della stessa fiumara e dove si vorrebbe addirittura creare un passaggio carrabile tra le due sponde della fiumara».

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