sabato,Aprile 20 2024

Magistratura dello Stretto in lutto, si è spento il giudice Silvana Grasso

Una malattia l'ha stroncata in breve tempo. Tanti anni trascorsi in riva allo Stretto per un magistrato temuto dagli avvocati, ma molto equilibrato. Doveva diventare presidente del tribunale di Messina

Magistratura dello Stretto in lutto, si è spento il giudice Silvana Grasso

In una giornata già di profondo lutto per la città di Reggio Calabria che ha dato l’ultimo saluto a Nino Candido, arriva una ulteriore pessima notizia per i cittadini dello Stretto. E questa volta ci riferiamo sia a Reggio che a Messina. Si è spenta, dopo una malattia che l’ha portata via in breve tempo, il giudice Silvana Grasso. Esempio cristallino di magistrato integerrimo, ha rappresentato una vera e propria colonna portante per la giustizia reggina. Per molti anni, infatti, ha operato come presidente della I sezione penale del Tribunale di Reggio Calabria. Innumerevoli i processi che ha trattato in qualità di presidente. Noi abbiamo avuto la fortuna e l’onore di conoscerla lungo tutto il primo grado del processo “Meta”, procedimento assai difficile e complesso che lei ha magistralmente condotto, con la sua solita inflessibilità ma anche quel pizzico di ironia che non guasta mai in un ambiente austero come quello della Giustizia. Temutissima dagli avvocati, era vista come un giudice molto rigoroso e che decideva condanne piuttosto pesanti, ma anche risoluta nell’assolvere laddove non vi fosse la prova “oltre ogni ragionevole dubbio”. Di lei, buona parte dell’avvocatura conserva un ottimo ricordo, come si può evincere anche dai primi commenti apparsi sui social in queste ore e che la ritraggono come una donna certamente dalla tempra notevole, ma anche dall’umanità spiccata.
Una vera stakanovista delle udienze, uno di quei magistrati che sembrava non sentire mai la stanchezza di ore passate ad ascoltare pm, avvocati e testimoni.
Di lei rimane un ricordo nitido di magistrato di altissimo profilo, mai con uscite sopra le righe e dal profondo equilibrio. Avrebbe dovuto assumere l’incarico di presidente del Tribunale di Messina, dopo la nomina del Csm. Non ha fatto in tempo. Il male l’ha sconfitta prima che potesse iniziare ad esercitare quel ruolo che meritava ampiamente.

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