giovedì,Aprile 25 2024

«O il pompiere o niente». La madre di Nino ricorda i desideri del figlio

La donna combatte con il dolore di una perdita tremenda: «Mi mancherà il nostro eterno Peter Pan». Intanto Vincenti rimane in cella

«O il pompiere o niente». La madre di Nino ricorda i desideri del figlio

«Antonino ha aspettato 6 anni dopo che ha fatto il concorso perché le graduatorie erano bloccate. E io sempre che gli dicevo: fai qualcos’altro, fai un altro lavoro. Lui mi rispondeva: o il pompiere o niente. Sarebbe stato meglio niente». Non riesce a darsi pace la madre di Nino Candido. Intervistata da Giulio Golia a “Le Iene”, durante la camera ardente allestita per il figlio e per gli altri due vigili del fuoco, Marco Triches e Matteo Gastaldo, morti nella tristemente nota cascina di Quargnento, ormai una settimana fa.

«A lui piaceva scherzare – racconta in lacrime la donna, distrutta dal dolore – mancherà la scimmietta di casa, l’eterno Peter Pan». Antonino aveva aspettato tanto per coronare il suo sogno, fare il pompiere, come suo padre. Ad Alessandria, da un anno, sembrava che tutti i suoi desideri si fossero realizzati: era felice con la moglie e, soprattutto, faceva il vigile del fuoco. E proprio in missione con dei colleghi era uscito lo scorso lunedì sera, chiamato dopo il primo scoppio in quella cascina che si sarebbe rivelata una trappola fatale. Dietro le morti assurde dei tre vigili del fuoco c’è stato il tentativo di truffare l’assicurazione da parte del proprietario della cascina, Giovanni Vincenti, che messo alle strette dagli inquirenti ha confessato, negando però la volontà di uccidere. E proprio il cruccio più grande per la donna è avere perduto il figlio non per una tragica fatalità, mentre cercava di salvare qualcuno in pericolo, ma per motivi futili. «Non sono degli eroi sono solo dei figli di mamma – grida la madre di Nino – non stavano andando a salvare delle vite, forse avrei accettato la morte. Ma venire uccisi da un pazzo…». Voleva conoscere il volto dell’uomo che aveva spezzato la sua vita, e l’ha visto in faccia il colpevole sabato, la madre di Nino, proprio nel giorno in cui a suo figlio ha dovuto addire addio per sempre. Perché nella notte da venerdì e sabato, dopo 10 ore di interrogatorio, Vincenti ha confessato.

Vincenti resta in carcere
Tornando alla dinamica dei fatti, come ha spiegato in conferenza stampa il procuratore di Alessandria, Enrico Cieri, nell’agosto 2019 l’assicurazione dell’edificio era stata estesa al fatto doloso. Il premio massimale era di un milione e mezzo di euro. Una cifra che l’uomo avrebbe voluto riscuotere per far fronte ai debiti di cui era gravato. Per questo aveva escogitato un piano diabolico: aveva comprato delle bombole e un timer per far scoppiare tutto, facendo pensare ad un atto doloso provocato da terzi, e riscuotere il premio. Ma qualcosa è andato storto perchè il timer che aveva piazzato per lo scoppio alle 01.30 è partito prima, a mezzanotte, provocando un’esplosione parziale che ha allertato le forze dell’ordine, un botto molto meno grave di quello successivo, quando sul posto erano arrivati a fare le verifiche pompieri e carabinieri. L’uomo ha dichiarato che non avrebbe voluto uccidere nessuno. Tuttavia quella notte fatale, Vincenti era stato informato da un carabiniere che il primo incendio era quasi domato, ma lo stesso non ha rivelato che all’interno della casa c’erano altre cinque bombole che continuavano a far fuoriuscire gas. Era circa l’una, ci sarebbe stata mezz’ora di tempo per evitare la tragedia. Con le accuse di disastro doloso, omicidio doloso plurimo e lesioni volontarie, resta in carcere Vincenti, gip di Alessandria ha convalidato il fermo e disposto la misura di custodia cautelare.

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