venerdì,Marzo 29 2024

Nuovo potere, processo sgretolato. Tempi lunghi e reati prescritti

Un solo assolto nel merito nel procedimento d'appello contro le cosche di Roccaforte del Greco. Fra le prescrizioni anche reati di detenzione armi ed esplosivo

Un solo assolto per non aver commesso il fatto; una rideterminazione di pena e poi tanti reati andati prescritti. È una sentenza che riforma profondamente quella di primo grado, quella emessa nei giorni scorsi dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria (Filippo Leonardo presidente) nell’ambito del processo “Nuovo potere” che, diversi anni addietro, aveva scardinato le cosche operanti nel territorio greco-calabro della provincia di Reggio Calabria. Una decisione che, di fatto, decapita il processo grazie soprattutto alla prescrizione, essendo i reati contestati per buona parte risalenti al 2006.

La decisione d’appello

Nello specifico, i giudici hanno rilevato la prescrizione dei reati nei confronti di Claudio Sottile (in primo grado 5 anni e 8 mesi), Vincenzo Romeo (in primo grado 2 anni), B. L. (in primo grado 2 anni e 6 mesi), Giuseppina La Cava (in primo grado 2 anni e 6 mesi), Paola La Cava (in primo grado 2 anni e 6 mesi) e Angelo Lupparelli (in primo grado 4 anni di reclusione). I reati di cui erano accusati gli imputati non erano di poco conto. Sottile, ad esempio, era accusato di detenzione illegale di armi da fuoco e tritolo; Romeo di detenzione di armi; i La Cava di associazione per delinquere finalizzata a truffe ai danni di società finanziarie, istituti di credito e compagnie assicurative. Anche Lupparelli era accusato di associazione per delinquere. 

L’unico assolto

L’unico imputato assolto è Bruno Tripodi, con la formula “per non aver commesso il fatto”. Questi, in primo grado, era stato condannato a nove anni di reclusione per le accuse di associazione mafiosa finalizzata al controllo dei territori di Roccaforte del Greco, Roghudi, con diramazioni a San Lorenzo, Melito Porto Salvo e nella fascia jonica reggina. Tripodi, difeso dagli avvocati Alfredo Foti del foro di Roma e Mirna Raschi del foro di Reggio Calabria, è stato dunque assolto nel merito. 

Pena rideterminata, invece, Giampaolo Sarica, nella misura di 7 anni di reclusione rispetto ai nove del primo grado. 

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