Intimidazioni ad amministratori: 17 casi in un anno. Il triste primato di Reggio Calabria
Dal report di "Avviso pubblico" sulle minacce agli enti locali emerge la quarta posizione, a livello nazionale, per la città dello Stretto
di Francesco Bolognese – Con diciassette intimidazioni nel 2018, la provincia di Reggio Calabria guida la classifica regionale e si posiziona quarta a livello nazionale con 17 casi censiti in 10 Comuni. Ricordare la “cambiale elettorale” firmata alla vigilia delle elezioni, come spesso accade, per pilotare appalti, gestire le partecipate, etc. Le ‘ndrine (non da ora) hanno alzato il tiro e nel mirino sono finiti tanti amministratori (e talvolta i congiunti) e personale degli enti locali. L’alveo in cui si consumano queste intimidazioni non è più soltanto lo stivale, a testimonianza del fatto che le consorterie mafiose fuori dalla loro “giurisdizione” non si limitano agli investimenti.
È quanto emerge dal report di Avviso Pubblico “Amministratori sotto tiro”, edizione 2018 che sarà presentato nei prossimi giorni a Casalecchio di Reno (BO). «Nel 2018 Avviso Pubblico ha censito 574 atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, uno ogni 15 ore. Dal 2011, anno della prima edizione del Rapporto in cui furono censiti 212 casi, le minacce sono aumentate del 170%. Il fenomeno lo scorso anno ha coinvolto tutte le regioni italiane ad eccezione della Valle d’Aosta, 84 Province e 309 Comuni.”
La “geografia” delle minacce è cosi suddivisa: «il 66% del totale dei casi censiti (379) nel Mezzogiorno – in particolare il 42% dei casi nel Sud e il 24% nelle Isole – mentre il restante 34% del totale (195 casi censiti) nel Centro-Nord, dove si riscontra un ulteriore aumento delle minacce e intimidazioni rispetto al 2017».
Variegate sono le modalità. «Al Sud e nelle Isole si intimidisce in maniera più evidente, spettacolare, senza preoccupazioni di destare allarme sociale: il 41% delle minacce si concentra nelle categorie incendi e aggressioni tramite minacce verbali. Al contrario al Centro-Nord l’intimidazione sembra rispondere ad un’esigenza diversa -non attirare l’attenzione dell’opinione pubblica – pur mantenendo lo stesso fine – intimidire e condizionare l’operato della vittima. Il 40% delle minacce censite è infatti veicolata attraverso lettere, messaggi e telefonate minatorie oppure tramite minacce verbali».
La mappa delle intimidazioni vede in vetta la Campania (93), seguita da Sicilia (87), Puglia (59) e dalla terra di Corrado Alvaro. «I 56 casi censiti in Calabria rappresentano il dato più basso registrato nella regione dal 2015 (quando i casi furono 52). Ma non devono indurre a sottovalutare il fenomeno: dal 2013 gli atti intimidatori contro amministratori locali e personale della Pubblica Amministrazione sono stati 384, uno ogni sei giorni. A guidare la classifica regionale del 2018 c’è la provincia di Reggio Calabria (quarta a livello nazionale con 17 casi censiti in 10 Comuni)». Triste primato. Avviso pubblico rileva altresì che fra le 574 intimidazioni, «169 non hanno matrice criminale, ma traggono dal malcontento suscitato da una decisione amministrativa».