venerdì,Aprile 19 2024

La metrocity parte civile nel processo di Maria Antonietta Rositani

La Città Metropolitana di Reggio Calabria su stimolo e per il lavoro di sensibilizzazione della Commissione Pari opportunità della città metropolitana approva all'unanimità la scelta perché: «la violenza di genere si ripercuote su tutta la popolazione»

La metrocity parte civile nel processo di Maria Antonietta Rositani

«Sia consegnato alla storia questo giorno importante che vede la Città Metropolitana e il Comune di Reggio Calabria assumere la volontà di costituirsi parte civile nel procedimento penale per il grave fatto di violenza che ha coinvolto Maria Antonietta Rositani, nostra concittadina arsa viva dalle fiamme dell’umana malvagità. Una scelta encomiabile, quella dell’Amministrazione Falcomatà, di affiancare Maria Antonietta nelle aule dei tribunali perchè, pur apparendo la violenza sulle donne anzitutto come problema di pertinenza della giustizia penale, irrefutabile è la certezza di essere dinanzi un fenomeno che costituisce un profondo vulnus per l’intera collettività».

E’ quanto scrive in una nota la Commissione Pari Opportunità della Città Metropolitana di Reggio Calabria composta da Laura Bertullo, Giusy Massara, Giada Porretta, Emanuela Barreca, Bruna Falcone, Chiara Chirico, Domenica Battaglia, Gabriella Porpiglia, Maria Sofia Guerrera, Laura Nicolò, Daniela Nucara, Rita Leuzzo, Antonella Surfaro, Annunziata Saladino, Maria Lucia Alì, Emanuela De Vito, Mirella Martino.

«Lo abbiamo detto tante volte – prosegue la nota- e non ci stancheremo di ribadirlo: la violenza di genere è un grave problema di salute pubblica che incide direttamente sulle vittime ma anche, indirettamente, sul benessere sociale e culturale dell’intera popolazione. Spieghiamo così, e con fierezza sosteniamo, l’interesse delle nostre Istituzioni e della comunità tutta, a voler varcare la soglia delle aule di giustizia in cui si affronterà il processo di Maria Antonietta, un’azione di valore rimarchevole che vedrà la nostra città stringere lei, e idealmente tutte le vittime di violenza, in un abbraccio protettivo, perchè nessuna donna debba temere di essere lasciata sola proprio nel luogo dove chiede l’affermazione della penale responsabilità del suo aguzzino. Come rappresentanti di questa Commissione abbiamo lavorato incessantemente per mantenere alto l’interesse della comunità verso la triste storia di Maria Antonietta, sin dai primi istanti dal grave fatto di violenza le abbiamo offerto la nostra vicinanza stimolando l’immediata indignazione dei cittadini di Reggio Calabria che, in suo nome e per amor suo, hanno riempito più di una volta le strade del centro.

Tante dunque le azioni di prevenzione e di sensibilizzazione, tutte in qualche misura prodromiche al processo penale dove la vittima di violenza deve arrivare nella piena certezza di potersi reggere al braccio di una società solidale e compartecipe del suo dolore. Con forza, dalle scale del Teatro Cilea di Reggio Calabria, abbiamo chiesto alla Città e alla Nazione tutta di non permettere di far diventare Maria Antonietta l’ennesimo caso di tentato femminicidio utile a riempire un trafiletto di giornale del giorno dopo, apparendo drammaticamente consolidata la tendenza di approcciarsi con assuefazione agli, oramai incontanbili, crimini contro le donne. Con eguale forza oggi esortiamo tutta la popolazione a protrarre, con tenacia e caparbietà, l’azione di vicinanza a Maria Antonietta Rositani, sin dal primo giorno in cui avrà inizio la sua ricerca di giustizia, che è la nostra ricerca, quella di tutti, nessuno escluso, augurandoci che non si proceda ad alcuna tenuità di condanna per chi ha trasformato la vita di questa giovane donna e madre in un immane calvario. Lei tornerà a casa più forte di prima e noi saremo qui ad aspettarla. Questa Commissione esprime pertanto la massima soddisfazione per la manifesta disponibilità da parte del Sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà, del Vicesindaco Riccardo Mauro e di tutti i Consiglieri della Città Metropolitana, di spendere il proprio Onore per difendere e sostenere le donne vittime di violenza sino alla “linea di traguardo”, dunque ben oltre l’iniziale solidarismo che fisiologicamente segue i primi istanti dei crimini di violenza di genere. Questo è continuare a camminare nella luce di un concreto altruismo, questo è costruire un senso profondo di giustizia sociale, questo è appartenere ad una comunità civile capace di andare sino in fondo nell’affermazione dei principi umani di fratellanza e solidarietà», conclude la nota.

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