domenica,Dicembre 8 2024

Reggio, nascerà un polo universitario penitenziario calabrese

L'annuncio nel corso degli "stati generali dell’esecuzione penale in Calabria” promossi dal Garante regionale dei diritti delle persone detenute, Agostino Siviglia. Bombardieri: «Non mandiamo solo persone in cella, ma vogliamo salvaguardarne i diritti»

Reggio, nascerà un polo universitario penitenziario calabrese

Com’è la situazione riguardo all’esecuzione penale in Calabria? A questa domanda si è cercato di dare risposte, partendo da contributi e riflessioni, nonché dati reali a “Gli Stati Generali dell’Esecuzione Penale in Calabria”, promossi dal Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Agostino Siviglia, d’intesa con il Ministero della Giustizia, Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Calabria e il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità. Corale la partecipazione dei livelli apicali dell’Amministrazione Penitenziaria calabrese, rappresentata dal Provveditore regionale Liberato Guerriero e dal Vicario Rosario Tortorella, dalla gran parte dei direttori, comandanti di polizia penitenziaria e funzionari giuridico-pedagogici dei dodici istituti penitenziari presenti in Calabria, insieme ad una nutrita componente dell’intero corpo di Polizia penitenziaria. Hanno inoltre preso parte ai lavori i Dirigenti Generali dei Dipartimenti Sanità e Lavoro della Regione Calabria, Antonio Belcastro e Roberto Cosentino, insieme al Coordinatore regionale della sanità penitenziaria calabrese, Luciano Lucania, oltre a numerosi direttori delle diverse ASP territoriali e referenti delle aree sanitarie dei vari istituti penitenziari calabresi, nonché il Presidente della cooperativa che gestisce la Rems di Santa Sofia d’Epiro.

I lavori si sono aperti con la relazione introduttiva del Garante regionale Agostino Siviglia che ha ripercorso l’excursus storico-politico della legislazione penitenziaria italiana, a partire dalla Costituzione Repubblicana fini ai giorni nostri, per poi focalizzare l’attenzione sulla realtà del sistema penitenziario calabrese e sulla prospettiva strategica per la costruzione di una solida piattaforma culturale-operativa comune, nell’ottica della realizzazione di una nuova governance della pena, interistituzionale e multidisciplinare. Un tentativo certamente ambizioso ma che a giudicare dalla corale presenza degli massimi livelli regionali dei vari settori interessati costituisce, a parere del Garante, una speranza, pure venata di certezza, che la strada giusta è imboccata”. “Del resto – ha affermato Agostino Siviglia – la fatica e la bellezza del tentare hanno spesso il potere di meravigliarci”. È stata poi la volta degli indirizzi di saluto istituzionali del Presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, primo firmatario delle legge regionale che ha istituto il Garante dei detenuti calabrese, che si è soffermato, fra l’altro, sulle gravi problematiche che affliggono anche la Polizia Penitenziaria, quotidianamente preposta alla salvaguardia della sicurezza in carcere, con importanti funzioni anche in ordine al trattamento penitenziario. Irto ha inoltre espresso la propria personale soddisfazione per il varo di una legge regionale, quella sul Garante dei detenuti, che costruisce un atto di civiltà giuridica e sociale riallineando la Calabria al resto delle regioni italiane. Il Provveditore Guerriero ha, invece, posto l’attenzione sull’importanza di una modalità di intervento sistemica in ordine all’esecuzione penale, che anche attraverso il contributo della società esterna al carcere, possa davvero favorire la rieducazione ed il reinserimento sociale delle persone detenute.

Estremamente significativa la presenza e l’intervento di saluto del Procuratore della Repubblica del Tribunale di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, che ha sottolineato come ci tenesse particolarmente a partecipare all’importante iniziativa sul tema dell’esecuzione penale in Calabria, perché, ha detto, «la Procura non manda soltanto le persone in carcere, ma mira anche a salvaguardare i diritti delle persone detenute, affinché una volta scontato il loro debito con la giustizia possano davvero intraprendere un percorso di cambiamento e reinserimento nella società». La lunga giornata di lavori ha visto poi l’alternarsi delle tre tavole rotonde sui temi della sanità in carcere, della rieducazione penale e del reinserimento socio lavorativo, coordinate, rispettivamente, dal Garante Siviglia, dalla funzionaria del PRAP Irrera e dal Dirigente interdistrettuale dell’UEPE Molinari, seguite dagli interventi programmati della sessione pomeridiana. Si sono, pertanto, alternati nei lavori, magistrati, direttori di istituti penitenziari, funzionari giuridico-pedagogici, comandanti di polizia penitenziaria, dirigenti sanitari, docenti universitari, esperti di settore e rappresentanti del mondo del volontariato e delle professioni che interagiscono con il complesso mondo del sistema penitenziario calabrese. Le azioni concrete che, in particolare, si è stabilito di intraprendere afferiscono, in specie, alla prossima ricostituzione e convocazione di due Osservatori permanenti regionali, rispettivamente, sulla sanità penitenziaria e sul lavoro, oltre all’imminente costituzione del Polo Universitario Penitenziario Calabrese, proposto dal prof. Arturo Capone delegato dal Rettore dell’Universita’ Mediterranea di Reggio Calabria, Marcello Zimbone. Azioni concrete, dunque, che tracciano un percorso chiaro e netto da seguire per il miglior funzionamento del sistema penitenziario in Calabria, con il corale coinvolgimento di tutti gli attori interessati. Il Garante regionale dei detenuti, nell’esprimere, in chiusura dell’evento, grande soddisfazione per l’intensa e faticosa giornata di lavori, si è riproposto di dare a questa iniziativa cadenza annuale, al fine di registrare i progressi compiuti e le disfunzioni ancora da sanare. «È stata davvero una bella giornata per l’esecuzione della pena in Calabria – ha concluso Siviglia -non era facile, in poche settimane, riuscire a coinvolgere, praticamente, tutti i rappresentanti di settore per dare avvio ad una nuova modalità di intervento sui problemi della privazione della libertà, assiologica e multidisciplinare. La corale partecipazione di tutti gli interessati è la prova che insieme si può fare in modo che qualcosa accada davvero. Che è possibile, oltre che indispensabile, organizzare bene il bene, perché il male è molto bene organizzato».

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