sabato,Aprile 20 2024

Morra: «La ‘ndrangheta incide fin dentro il Parlamento italiano»

Il presidente della commissione parlamentare antimafia lancia l'allarme sulla possibile infiltrazione della criminalità anche nelle più alte istituzioni, dopo il caso che ha scosso la Valle d'Aosta

Morra: «La ‘ndrangheta incide fin dentro il Parlamento italiano»

«L’ipotesi su cui si lavora è che finanche in Parlamento la ‘ndrangheta incida». Sono parole che pesano come pietre quelle del presidente della commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, che, questa mattina, sul suo profilo twitter, partendo dalle risultanze dell’inchiesta “Geenna”, lancia un allarme che non può lasciare indifferenti: a suo avviso c’è il concreto rischio che la ‘ndrangheta possa incidere sin dentro il Parlamento. «Già c’eravamo passati – aggiunge Morra – ma il ripetersi di tale prospettiva deve far riflettere il paese su quale sia la prima emergenza democratica».

Il terremoto il Valle d’Aosta

Ma da cosa trae una tale preoccupazione il presidente della commissione antimafia? Lo si evince dal link che Morra aggiunge al suo tweet e che rimanda all’inchiesta che ha scosso la Valle d’Aosta portando addirittura alle dimissioni del governatore Antonio Fosson, indagato con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso.

Voti mafiosi?

L’ipotesi che i carabinieri stanno approfondendo è effettivamente inquietante: la cosca Raso avrebbe lavorato per 20 anni al fine di infiltrare le istituzioni della Val d’Aosta, sino a giungere addirittura all’interno di Palazzo Madama, con un parlamentare riconfermato grazie ai voti delle cosche locali. Una simile ricostruzione è effettuata all’interno delle 243 pagine di informativa depositata dalla Dda di Torino al processo “Genna”, dove si trovano imputate 19 persone. A giudizio dei magistrati piemontesi, il sostegno al senatore Albert Lanièce, esponente del partito regionale dell’Unione Valdoitane sarebbe avvenuto attraverso Antonio Raso, ristoratore di origini reggine, ma soprattutto ritenuto componente della locale di ‘ndrangheta. Sarebbe stato lui a «pianificare le elezioni per conto della ‘ndrangheta». E il supporto alle politiche del 2018, nei confronti del senatore Lanièce, sarebbe stato solo una sorta di proba generale per le regionali in cui è stato eletto Fosson.

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