‘Ndrangheta e scommesse on line, estradato l’imprenditore Antonio Ricci
L'uomo è accusato di associazione finalizzata alla raccolta clandestina nell'inchiesta "Galassia" che ha svelato gli interessi della cosca Tegano nel gambling on line
di Alessia Candito
Si è definitivamente conclusa la fuga di Antonio Ricci dall’Italia. Imprenditore del mondo del gambling on line, travolto dall’inchiesta Galassia che ha svelato i tentacoli e gli interessi del clan Tegano nel mondo delle scommesse, ieri sera è atterrato a Fiumicino, scortato dagli investigatori della Finanza e dello Scico. Da tempo Ricci sfuggiva all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa nei suoi confronti dal gip di Reggio Calabria con l’accusa di associazione finalizzata alla raccolta clandestina di scommesse con l’aggravante di aver favorito la ‘ndrangheta, in seguito alleggerita dai giudici del Riesame, che accogliendo le richieste dei legali, hanno fatto cadere le contestazioni di mafia.
Per gli inquirenti, l’imprenditore era uno degli strumenti fondamentali dei clan che hanno trasformato il mondo delle scommesse on line non solo in una gigantesca lavatrice di capitali sporchi, ma anche in una miniera di guadagni illeciti. Grazie ad una serie di società operanti in Italia ma con sede all’estero, totalmente sconosciute all’ Agenzia nazionale dei giochi, i clan riuscivano a ripulire e incassare danari su danari, per di più esentasse. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, anche le società “OIA SERVICES LIMITED”, “HARVEY GAMING LIMITED” (già “GVC NEW LTD”) e “WLS LIMITED” di Ricci facevano parte del sistema. Per questo, da anni inquirenti e investigatori gli stanno con il fiato sul collo.
Arrestato da latitante a Malta nell’aprile scorso, Ricci aveva dribblato una prima volta il rientro forzato in Italia perché il giudice d’appello Consuelo Scerri Herrera aveva negato l’estradizione, rispedendo al mittente il mandato di arresto europeo con cui gli inquirenti erano andati a bussare a La Valletta. L’imprenditore – sosteneva il giudice maltese nel provvedimento – era ricercato nell’ambito di “indagini” e non a seguito di reati dimostrati da una sentenza, dunque non solo non doveva essere consegnato alle autorità italiane, ma poteva anche essere scarcerato. Ricci è tornato a piede libero. Ma non per molto.
Nel dicembre scorso, per ordine della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, il suo intero patrimonio – tre società maltesi operanti nel mondo del gambling, numerosi conti correnti italiani ed esteri e due trust radicati a Malta – è finito sotto sequestro e lui è stato nuovamente arrestato in esecuzione di un mandato di arresto internazionale. E questa volta non è riuscito a sfuggire all’estradizione.
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