giovedì,Aprile 18 2024

‘Ndrangheta, operazione “Gattopardo”: indagati imprenditori, prestanome, avvocati e consulenti

L’imprenditore Carmelo Giuseppe Cartisano accusato di estorsione aggravata. Contestato il trasferimento fraudolento di valori all’avvocato Crocitta ed al consulente Morabito

‘Ndrangheta, operazione “Gattopardo”: indagati imprenditori, prestanome, avvocati e consulenti

Imprenditori, prestanome, avvocati e consulenti contabili. Sono in tutto sei le persone finite sotto inchiesta nell’indagine “Gattopardo” chiusa nei giorni scorsi dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Il pm Stefano Musolino, infatti, ha inviato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari all’imprenditore Carmelo Giuseppe Cartisano, attualmente detenuto ad Arghillà e difeso dall’avvocato Giovanna Araniti.

Nell’elenco figurano anche Isabella Pellicanò, 42 anni (difesa dall’avvocato Rosamaria Scala), Olimpia Mihaela Petre, 33 anni (difesa dall’avvocato Pasquale Foti), Costel Zlatan, 31 anni (difeso dall’avvocato Rosamaria Lascala), l’avvocato Marco Crocitta, 40 anni (difeso dall’avvocato Fabio Tuscano), il consulente contabile Giovanni Morabito, 35 anni (difeso dall’avvocato Rosamaria Lascala).

Per Cartisano le accuse sono di estorsione aggravata dal metodo mafioso, estorsione in concorso (contestata anche ad Isabella Pellicanò e Olimpia Mihaela Petre), trasferimento fraudolento di valori (contestato, a vario titolo, a Cartisano, Petre, Crocitta, Zlatan e Morabito) e truffa (contestato a Cartiano, Pellicanò e Petre).

Le estorsioni

Secondo l’accusa Carmelo Giuseppe Cartisano, imprenditore ritenuto tra i più vicini a Paolo Romeo (l’avvocato accusato di essere al vertice della cupola massonica mafiosa reggina), avrebbe, mediante minaccia implicita, costretto il direttore della filiale del Banco di Napoli di Catona, a consegnare a Olimpia Petre un carnet di assegni che, a tutela degli interessi dell’istituto di credito e delle regole interne, non gli spettava, a cagione dell’elevato rischio connesso all’operatività finanziaria del conto corrente e della sua riferibilità sostanziale allo stesso Cartisano.

Un secondo episodio estorsivo viene contestato a Cartisano, Pellicanò e Petre. I tre, secondo i pm, in concorso fra loro, abusando della posizione dirigenziale assunta all’interno dell’impresa “Cartisano Carmelo” dedita alla somministrazione di cibi e bevande, operante tramite la pizzeria Naos (già sottoposta a sequestro) e approfittando della situazione di depressione del mercato del lavoro, avrebbero costretto alcuni dipendenti a consegnare loro una quota dello stipendio mensile, risultante dalla busta paga ovvero a rinunciare a riceverlo. Avrebbero poi indotto una dipendente a dimettersi subito dal lavoro, adducendo motivi familiari e rinunciando alle ferie maturate e al diritto ad ottenere il corrispettivo dovuto per la mancata fruizione delle stesse.

Il trasferimento di valori

Quanto al trasferimento di valori, Cartisano è accusato, in concorso con Olimpia Petre, al fine di eludere l’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniale e agevolare reati di riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti derivanti dalla gestione occulta e fraudolenta del ristorante “Naos” di aver attribuito fittiziamente alla Petre la titolarità formale e la formale disponibilità dei ricavi del patrimonio aziendale riferibile al circolo privato Asd Marilyn Club che operava, in frode all’Erario, alla stregua di un esercizio commerciale.

Cartisano, Petre, Crocitta e Morabito, invece, sono accusati, in concorso fra loro, dell’attribuzione fittizia dell’impresa “Naos di Petre Olimpia Mihaela” che stipulava un contratto di affitto di azienda con l’amministrazione giudiziario della stessa, per la gestione del ramo d’azienda dell’impresa “Cartisano Carmelo” sottoposta a sequestro. Il ruolo dell’avvocato Marco Crocitta e del consulente contabile Giovanni Morabito sarebbe quello di concorrenti morali, avendo fornito, secondo l’accusa, le informazioni tecniche ed i consigli giuridico-economici necessari e garantire la disponibilità sostanziale del bene sequestrato.

Sempre con riferimento al trasferimento fraudolento di valori, l’accusa per Cartisano, Zlatan e Petre è quella, da parte dell’imprenditore, di aver attributo fittiziamente a Zlatan la titolarità formale dell’impresa Zlatan Costel così come i conti correnti e gli strumenti di pagamento collegati.

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