domenica,Dicembre 8 2024

Coronavirus, il procuratore Lombardo: «Sanità, futura mira della ‘ndrangheta»

Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, in una riflessione pubblicata dal Fatto quotidiano, lancia l'allarme sulla più imponente operazione di "doping finanziario" della storia recente

Coronavirus, il procuratore Lombardo: «Sanità, futura mira della ‘ndrangheta»

Quali riflessi avrà la situazione d’emergenza attuale sul modus operandi della ‘ndrangheta? Ad ipotizzare i probabili scenari ci pensa Giuseppe Lombardo, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, sul Fatto quotidiano.

Come chiarisce il procuratore in pieno contagio si sta consumando il momento della «strategia conservativa, di “operosità silente”» in cui la ‘ndrangheta non fa nulla, per timore di inasprire le tensioni sociali dovute all’emergenza economica. Solo quando la fase dell’emergenza si concluderà, allora inizierà il lavoro di osservazione per comprendere i futuri scenari nel nostro Paese e nel resto del mondo. Entreranno in gioco gli analisti per identificare «i settori produttivi più appetibili, in cui immettere gli enormi capitali sporchi».

Da qui la programmazione spiega Lombardo della «più importante operazione di “doping finanziario” generata da capitali mafiosi». Nello stesso tempo, l’organizzazione criminale, facendo leva sui nuovi poveri, sulla sofferenza economica, si occuperà di portare “sostegno a tasso zero” alle persone in difficoltà. «L’usura continuerà ad esistere solo quale reato tipico delle manifestazioni criminali meno ramificate ed evolute».

Gli obiettivi dell’alta mafia invece saranno due: da un lato, bisogna garantire le sopravvivenza al sottobosco dell’economia sommersa, a chi, cioè, non ha paracadute finanziario. In questo caso, l’occasione è ghiotta anche allargare la base dei consensi.
Il secondo obiettivo va letto in una prospettiva di medio- lungo termine e farà leva sulla scarsissima liquidità globale. Solo i capitali sporchi hanno la possibilità di essere immessi nel mercato in modo agile ed immediato, in barba ai patti di stabilità o altre regole di collocazione del credito bancario.

Si punterà tutto su un progetto mai abbandonato: quello di «creare un sistema bancario parallelo a quello legale, diretto a fornire liquidità – afferma il procuratore – non più direttamente al piccolo imprenditore, ma al più ampio sistema finanziario che canalizza le risorse verso la grande impresa». A fine emergenza dunque dovrebbe partire la fase esecutiva. E sarà questo il momento in cui servirà un attento monitoraggio delle operazioni finanziarie sospette.


In sintesi, la mafia non punterà solo «ad acquisire la gestione occulta di imprese grandi o piccole, piuttosto cercherà di rafforzare la sua presenza nella gestione dei servizi essenziali: dal settore creditizio a quello sanitario, delle forniture medicali o, più in generale di beni di prima necessità. Quali strategie dovranno essere adottate?

Chiarisce il procuratore, per impedire che questo accada serve adottare «strumenti normativi evoluti – anche mediante interventi di riforma della legislazione antimafia diretti ad attualizzare gli strumenti di contrasto di tipo sostanziale e processuale- che possano consentire la protezione dell’economia legale e agevolare non solo la fase giudiziaria in senso stretto ma anche quella di analisi pre-investigativa, fondamentale per individuare» l’evoluzione di tali fenomeni criminali.

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