mercoledì,Aprile 24 2024

Operazione al cimitero di Modena, Pazzano: «La questione morale che riguarda classe dirigente e P.A.»

Le riflessioni del candidato a sindaco di Reggio Calabria dopo l'operazione Cemetery boss che ha visto coinvolgo un dirigente del Comune

Operazione al cimitero di Modena, Pazzano: «La questione morale che riguarda classe dirigente e P.A.»

«Un’inchiesta ricostruisce gli interessi delle cosche sul cimitero di Modena e l’ipotesi di connivenza di alcuni funzionari pubblici. Chi non rispetta la morte non capisce niente della vita». Lo scrive in una nota Saverio Pazzano, candidato a sindaco di Reggio Calabria a proposito dell’operazione “Cemetery boss” che ha riguardato il cimitero di Modena.

«Bisogna avere la chiarezza di dire che c’è una “questione morale” che riguarda la classe dirigente e la Pubblica Amministrazione. Bisogna avere la chiarezza di dire che a Reggio Calabria la questione è attraversata profondamente dalle logiche clientelari e dalla massondrangheta. Questo a prescindere da qualunque esito dell’indagine. Lo scrivo da uomo della Pubblica Amministrazione, in solidarietà con le migliaia di colleghe e colleghi che in ogni settore fanno il proprio dovere e pure di più, a tutela degli interessi collettivi e non di quelli di una parte.

Davanti a una inchiesta del genere noi cittadine e cittadine, soprattutto se amministratori e amministratrici della cosa pubblica, abbiamo due possibilità per offendere Reggio: dire: “non cambierà mai niente”; aspettare convenientemente in silenzio che le “indagini facciano il loro corso, la piena fiducia nella magistratura e la garanzia per gli operatori coinvolti e bla bla bla”….Non è questo il tema. Il tema è: Una città nella quale il diritto è privilegio e concesso ad arbitrio di qualcuno, a volte con la “persuasione” a volte con la coercizione.

È opportuno ma anche facile alzare la testa nei vari giorni della memoria di qualche vittima delle mafie, dare luogo a intitolazioni, ma è necessario prendere posizione anche quando è “sconveniente”, quando si tratta di avere la determinazione di guardare il mostro della massondrangheta che è tra di noi, tra le persone che conosciamo, tra coloro a cui competerebbe operare in trasparenza nell’azione amministrativa o in quella politica. Se anche stavolta sia così lo dirà l’inchiesta, non discuto qui l’estraneità o meno delle persone coinvolte nei fatti. Sono e sarò sempre profondamente garantista e sempre fedele, anche in presenza di oggettiva colpevolezza, al principio costituzionale della rieducazione del reo.


Ma questo non mi impedisce di dire che a Reggio c’è una situazione che sembra cristallizzata. Quello che non cambia è questo: noi sappiamo che a Reggio succede sempre qualcosa che rende oscure le trame e molti rapporti, sentiamo, sappiamo, riconosciamo che questa è terra dell’arbitrio, del favore, del sopruso. Senza consapevolezza – chiude Pazzano – non c’è coraggio, non c’è cambiamento».

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