venerdì,Marzo 29 2024

Articolo choc sul Fatto: «Calabria terra di assassini, usurai, corrotti, sangue e cadaveri»

Il pezzo del giornalista Claudio Sabelli Fioretti in risposta allo spot di Klaus Davi che aveva puntato l'indice su inquinamento e rischio malattie. Ma è un concentrato di luoghi comuni e falsità

Articolo choc sul Fatto: «Calabria terra di assassini, usurai, corrotti, sangue e cadaveri»

«Assassini, maschilisti, usurai, corrotti e corruttori». Al mattino, appena svegli, non vi sentite un po’ così anche voi? Perché è questa l’immagine shock che il giornalista Claudio Sabelli Fioretti dà oggi sul Fatto quotidiano dei calabresi e della Calabria. Un bel cestino il suo, carico di luoghi comuni, come raccolti da una fiction di quelle con Gabriel Garko non doppiato che fa male il verso all’accento del Sud. «Oggi con il dilagare della criminalità organizzata in Calabria sarà bellissimo praticare una cultura di massa del turismo con un sistematico aumento del traffico di droga e delle sparatorie e degli ammazzamenti fra diversi clan della ‘ndrangheta”. Rumori di colpi di mitra. Immagini di sangue e di cadaveri» scrive.

E tutto questo sporcare un’immagine di bellezza millenaria per cosa? È ancora lo spot di Klaus Davi la mela della discordia, la pubblicità della Calabria in cui il massmediologo, ben consapevole del clamore mediatico che avrebbe suscitato, innalza la regione del Sud a discapito delle terre del Nord. Mai offesa più grave per il giornalista originario di Vetralla (no, non è nel “profondo nord”, ma in provincia di Viterbo) che prosegue mettendo in contrapposizione il veneto con «Le zone della Locride, con le simpatiche polveri sottili da sparo creano tassi di inquinamento alle stelle mentre efficientissime cementificazioni abusive migliorano l’ambiente, se venite a passare le vacanze sulle spiagge venete non entrerete in contatto con assassini, maschilisti, usurai, corrotti e corruttori, come capita tutti i giorni a chi prende il sole sulle spiagge calabre».

E se da un lato dunque, Davi punta il dito su inquinamento e rischio malattie, dall’altro la risposta migliore che il giornalista trova è quella di infangare, senza distinzione alcuna, città e cittadini, dando agli uomini tutti dei maschilisti. In generale invece il resto sono assassini, con le mani sporche sangue e, nel migliore dei casi, se si tratta di corrotti, si tratta di corruttori.

È vero la Calabria non è vergine, è antica per certi versi ed anche nel senso negativo del termine, è vero che è una regione che deve migliorare su tantissimi aspetti. Innegabile che ci sia la ‘ndrangheta, non lo nascondiamo sotto il tappeto, sarebbe darle vittoria. Ma sono incredibilmente indegne per chi è figlio di questa terra, immagini di un cliché che spazzano via, senza intelligenza, secoli di costruzione di civiltà, ed il sudore di chi, ogni mattina si alza cercando di fare del suo meglio in questa Regione. Senza dimenticare che le mafie proliferano soprattutto da Roma in su, dove stanno i soldi. E per quanto Sabelli Fioretti si possa trincerare dietro l’ironia e la provocazione, tanto quanto lo spot di Klaus Davi, sappia che quella pubblicità non ha offeso un popolo intero. Le sue parole, al contrario, l’hanno fatto.

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