venerdì,Marzo 29 2024

‘Ndrangheta, allarme Europol: «I 209 miliardi del Recovery Fund già nel mirino delle cosche»

Le mafie hanno puntato i fondi stanziati per superare la crisi prodotta dal Covid-19. L'obiettivo è monitorare i finanziamenti concessi

‘Ndrangheta, allarme Europol: «I 209 miliardi del Recovery Fund già nel mirino delle cosche»

Di Francesco Bolognese – Una “torta” con 209 candeline. Il Recovery fund stimola gli appetiti delle consorterie mafiose, segnatamente delle ‘ndrine, che starebbero affilando “le armi” per  accaparrarsene una grossa fetta.
Niente di nuovo sotto il solleone. Dove circolano i “piccioli”, la letteratura è copiosa,  si trovano le “famiglie” di ‘Ndrangheta.
Solo che questa volta a (ri)lanciare l’SOS non sono  gli investigatori nazionali ma d’oltralpe, quell’Europol, nota come  “agenzia dell’Unione europea il cui obiettivo principale è quello di contribuire a realizzare un’Europa più sicura a beneficio di tutti i cittadini”. Il vento in Europa spira in modo coeso  contro le infiltrazioni mafiose? Ne sapremo di più e meglio nelle prossime settimane. Frattanto dalla riunione capitolina del Working Group, che ha avuto luogo nei giorni scorsi, è rimbalzato l’allarme.  
«In ambito Ue si sta registrando un incremento delle infiltrazioni nell’economia ad opera delle organizzazioni criminali e per questo è fondamentale che i paesi Ue comprendano che le mafie hanno puntato i fondi stanziati per superare la crisi prodotta dal Covid 19». A parlare è il direttore esecutivo di Europol, Catherine De Bolle, a Roma per l’incontro tra i vertici  delle polizie europee.
Il dirigente belga ha rilanciato chiedendo  «di monitorare con attenzione i finanziamenti connessi al recovery fund poiché i fondi costituiti dagli Stati membri sono già presi di mira dalle organizzazioni criminali e prevediamo lo saranno ancora di più».
L’Italia, attraverso il prefetto Rizzi, ha reso noto che «non  c’è mai stato lockdown per la sicurezza, né le Forze di polizia dei nostri Paesi, né Europol hanno mai smesso di lavorare, così come non si è mai fermata la cooperazione di polizia. Oggi più che mai ci presentiamo come una squadra unita che, al di là delle difficoltà e degli ostacoli che incontriamo quotidianamente, vuole mandare un messaggio preciso alla criminalità: noi ci siamo!».
Alle mafie transnazionali bisogna opporre un’azione (ed una normativa) europea.

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