martedì,Aprile 23 2024

Nel ricordo di Ciccio Franco, Agliano: «Ci ha insegnato la politica, quella vera»

Nel ventinovesimo anniversario della sua morte il circolo di Fratelli d'Italia "Antonio e Ciccio Franco" ricorda il leader della "rivolta di Reggio"

Nel ricordo di Ciccio Franco, Agliano: «Ci ha insegnato la politica, quella vera»

Ciccio Franco, una vita al servizio della città di Reggio e del suo comprensorio. Nel giorno dell’anniversario della sua morte il circolo di Fratelli d’Italia “Antonio e Ciccio Franco” ricorda il leader della “rivolta di Reggio”

«In quel triste e funesto 16 novembre 1991- ricorda Giuseppe Agliano – prevalsero nella mente di tutti, congiunti, collaboratori, amici e semplici militanti di partito, sentimenti di scoramento, di incredulità, di sgomento, di indescrivibile ma dignitoso dolore. Il leader dei “boia chi molla”, l’appassionato e indiscusso protagonista dei “Moti per Reggio Capoluogo”, cessava di vivere improvvisamente quella mattina a soli 61 anni. Con la sua scomparsa finiva un’epopea, un mito per tutti noi giovani militanti della destra dell’epoca, un punto di riferimento non solo politico, una figura indelebile quasi paterna.

Ciccio Franco fu un Uomo certamente d’azione, un combattente, un idealista, che non conosceva cosa fosse la paura o l’accomodante spirito di compromesso e nel contempo un generoso, un puro di cuore e la sua disponibilità lo portava a condividere fino in fondo i bisogni e la povertà dei più umili. Egli non parlava in politichese, non usava fumisterie intellettualistiche, era un efficacissimo comunicatore e la sua oratoria risultava diretta, popolare.

Tra gli anni ’70 e ’80 – continua Agliano – Ciccio Franco diviene l’icona dei militanti della destra; lo slogan “boia chi molla è il grido di battaglia” riecheggia in tutte le piazze italiane; non vi è manifestazione del MSI-DN, da Bolzano a Palermo, in cui non viene richiesta la sua presenza; i giornali di mezzo mondo lo cercano e non sempre per parlarne bene. Nonostante ciò rimane schivo, riservato ma, soprattutto, cerca di non allontanarsi per troppo tempo dalla sua amata Reggio.

Fu eletto senatore nel 1972 con circa il 37% di suffragi nell’intero collegio ed il 48% in Città (un reggino su due allora votò per lui), pari ad oltre 47.000 voti. Fu rieletto nel 1976, nel 1979, nel 1983 e nel 1989. Ricoprì la carica di consigliere comunale ininterrottamente per circa 30 anni, a testimonianza del grande gradimento popolare che lo ha sempre accompagnato nella sua attività politica ed a riprova del suo viscerale amore per la Città. Attivissimo dirigente sindacale (la sua vera passione) ricoprì nella CISNAL i massimi incarichi, fra cui quello di Segretario Generale aggiunto.

Oggi quindi noi ricordiamo, Reggio ricorda – conclude Giuseppe Agliano – un personaggio indimenticabile che ci ha lasciato una ricca eredità di affetti, di capacità, di virtù. Ci ha insegnato l’arte della politica, quella vera, quella pulita, la politica della spirito di servizio, dell’interesse della collettività, dal dare e non dell’avere, del concreto e non dell’effimero, della fierezza e non dell’asservimento. E da ciò che sta succedendo oggi in Italia e, particolarmente nel sud, possiamo dire che a 50 anni dai Moti de 1970, è più che mai attuale quel grido di Rivolta lanciato da Ciccio Franco.

Una Rivolta che è stata una straordinaria esperienza di popolo, di un popolo che non si arrende, che non si rassegna, ma che combatte per la giustizia sociale e per il proprio futuro. Ciccio Franco può e deve rappresentare un esempio per il popolo del sud, affinché abbia un nuovo scatto di dignità e combatta con la stessa forza che ebbe nel 1970 a Reggio Calabria, contro gli stessi nemici di allora: disoccupazione, povertà ed uso del meridione come mera riserva di voti da parte dei partiti».

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