venerdì,Marzo 29 2024

Processo “Black monkey”, la Cassazione: non è ‘Ndrangheta

Cade definitivamente l’accusa di associazione mafiosa per gli imputati del processo nato in Emilia e che aveva fatto luce sulle minacce al giornalista Tizian

Processo “Black monkey”, la Cassazione: non è ‘Ndrangheta

Adesso la decisione è definitiva: l’organizzazione operante in Emilia e sgominata con l’inchiesta “Black monkey” non era un sodalizio ‘ndranghetistico. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha accolto le richieste degli avvocati difensori ed ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal procuratore aggiunto della Dda Bolognese, Francesco Caleca, così confermando per buona parte quanto era stato già deciso dalla Corte d’Appello di Bologna. 

Nel dettaglio, sono state rese definitive le assoluzioni già pronunciate dalla Corte di Appello di Bologna in favore dei commercialisti Salvatore Virzì – difeso dall’Avv. Alfredo Foti del foro di Roma – ed Ettore Negrini – difeso dall’Avv. Alberto Biffani del foro di Roma. 

In particolare, i due commercialisti erano stati originariamente accusati di far parte del sodalizio criminoso facente capo al presunto boss Femia Nicola, e di avere strumentalizzato la loro professione al fine di consentire a quest’ultimo la realizzazione di una serie di reati finanziari aventi ad oggetto il trasferimento fraudolento di valori (c.d. intestazione fittizia di beni). Confermate anche le assoluzioni di Massimiliano Rizzo, difeso dagli avvocati Pietro Giampaolo del foro di Bologna e Mario Garavoglia del foro di Torino, e di Manuele Cappiello, difeso dall’avvocato Claudio Strata del foro di Torino. 

Parimenti, la Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura anche in relazione alla richiesta di riqualificazione della fattispecie associativa da semplice a mafiosa, cosi definitivamente statuendo la non mafiosità dell’associazione criminale capeggiata dal Femia ed operante nel territorio bolognese. 

I supremi giudici hanno altresì dichiarato inammissibili tutti i ricorsi presentati dagli imputati condannati nel giudizio di merito, fatta eccezione per alcune declaratorie di intervenuta prescrizione e per un solo annullamento con rinvio finalizzato alla rideterminazione della pena, ed hanno confermato la revoca delle statuizioni civili risarcitorie originariamente riconosciute dal Tribunale – ma già revocate dalla Corte d’Appello – in favore del giornalista Giovanni Tizian, dell’Ordine nazionale dei giornalisti e dell’associazione antimafia Libera. Il processo “Black Monkey”, infatti, aveva fatto luce anche sulle minacce al giornalista Tizian, oggi in forza a Domani ed ex Espresso, per le sue inchieste. 

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