venerdì,Marzo 29 2024

Morte di Nino Candido, in aula l’incontro fra genitori e assassini

Il racconto di Mariastella, mamma di Nino: «Mi ha colpito lo sguardo di quella donna: aveva gli occhi di ghiaccio. Vincenti non ha chiesto perdono»

Morte di Nino Candido, in aula l’incontro fra genitori e assassini

«Ci aspettavamo che si partisse con la richiesta dell’ergastolo, ma così non è  stato». Ci racconta Mariastella, la mamma di Nino Candido ieri sera, alla fine di una giornata a dir poco stremante: cominciata in aula alle 9 del mattino e terminata, in serata, dopo la visita nella caserma di Alessandria, nella quale il pompiere reggino prestava servizio quando morì il 5 novembre 2019 nella strage della cascina di Quargnento. Con lui persero la vita altri due colleghi: Matteo Gastaldi e Marco Triches. 

Una mattinata partita con le scuse di Giovanni Vincenti, l’uomo imputato con la moglie di aver architettato la trappola per intascare i soldi dell’assicurazione, trappola che è costata la vita ai tre vigili del fuoco. 

Per la prima volta, a pochi passi da loro, i genitori di Nino si sono trovati nella stessa aula, davanti chi li ha privati del loro figlio. «Mi ha colpito lo sguardo di quella donna – dice riferendosi ad Antonella Patrucco, moglie di Vincenti- i suoi occhi di ghiaccio». 

«Vincenti ha chiesto scusa ma non è riuscito a chiedere perdono» raccontano i genitori di Nino. «Forse perché il pentimento non c’è per quell’arrivo alla cascina programmato proprio dopo lo scoppio dell’una e 31 minuti. O perché solo pochi giorni dopo la strage Vincenti contattava l’assicurazione per dire di essere stato vittima di un fatto doloso. E la parentesi emotiva quanti secondi è durata?».

«Le abbiamo sentite le intercettazioni in cui Vincenti chiedeva “Chi li ha chiamati a intervenire? Volevano fare gli eroi forse?”» chiude la signora. Ma di eroico purtroppo restano solo le morti di tre giovani uomini, vittime dell’avidità umana.

In aula si tornerà il prossimo 25 gennaio. E anche stavolta i genitori di Nino, la moglie di Matteo e Anna, la mamma di Marco saranno lì, a guardare in volto gli imputati e a chiedere, anche solo con lo sguardo, giustizia per i loro cari.

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