venerdì,Marzo 29 2024

“Faust”, l’uomo del clan Pisano: «All’ospedale di Polistena comando io»

Dalle intercettazioni emerge come Giuseppe Iannace, ritenuto affiliato alla cosca, fosse in grado di influenzare l’attività interna al nosocomio, mentre il capoclan aveva il potere di consentire delle assunzioni

“Faust”, l’uomo del clan Pisano: «All’ospedale di Polistena comando io»

L’ospedale di Polistena? «Lì comando io». È questa la frase pronunciata da un presunto appartenente alla cosca Pisano di Rosarno che fa emergere come la stessa fosse infiltrata anche all’interno dell’ospedale di Polistena, la cosca Pisano operante a Rosarno. È quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip distrettuale di Reggio Calabria. Dalle carte, infatti, viene fuori l’influenza che la cosca aveva nel nosocomio della Piana, ma anche il forte legame esistente con la cosca Pesce. Il capo della consorteria, Salvatore Pisano, avere addirittura il potere di consentire alcune assunzioni nel citato ospedale.  

La circostanza emerge nella vigilia di Natale del 2017, quando, nel corso di una conversazione fra Angela Pace ed una donna non meglio identificata, viene fuori che Salvatore Pisano avrebbe promesso alla suddetta di intercedere con un primario dell’ospedale di Polistena al fine di farla assumere in qualità di Oss. Nel corso della conversazione, viene fuori che il trait d’union tra la cosca Pisano e l’ospedale di Polistena era il sodale Giuseppe Iannace, ritenuto dagli inquirenti un affiliato alla cosca Pisano. Iannace, sfruttando le sue conoscenze, avrebbe assicurato una serie di agevolazioni nell’effettuare le visite mediche.  

L’episodio analizzato 

Secondo quanto appurato dagli investigatori, Iannace avrebbe sfruttato il rapporto che aveva con Giuseppe Cutano, fratello di Francesco Cutano, nonché zio dei cosiddetti “cutaneddi”. Giuseppe Cutano, infatti, risultava impiegato all’ospedale di Polistena, come caposala del pronto soccorso. Ma Iannace, scrivono i carabinieri, avrebbe goduto anche di ulteriori conoscenze all’ospedale di Polistena, nello specifico, i dottori Domenicantonio Cordopatri e Domenico Forte. L’attività tecnica ha fatto emergere come Iannace si sarebbe prodigato, sfruttando i suoi contatti, per far ottenere dei favori a personaggi facenti parte del contesto mafioso locale.  

L’intervento in favore di un poliziotto 

Fra i vari episodi che vedono protagonista Iannace c’è anche quello effettuato nei confronti di un poliziotto in servizio al commissariato di Bovalino, che si rivolge a Iannace per ottenere il rilascio di un certificato medico falso. E così, quest’ultimo, ottenuto il favore richiesto, comunicava alla figlia, tramite utenza whatsapp a lui non intestata, di aver procurato altri 15 giorni di malattia al suo amico, rassicurandola che, allo scadere di tale periodo, lo avrebbe ulteriormente agevolato per ottenere la prosecuzione dell’inidoneità per tutto il tempo che avrebbe voluto.  

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