giovedì,Aprile 25 2024

Melito Porto Salvo, accoltellò una collega sul treno: condannato a 10 anni di carcere

Il processo si è celebrato a Reggio Emilia. Il 48enne di Melito Porto Salvo aveva ferito una donna su un Frecciarossa con la quale aveva avuto in passato una relazione

Melito Porto Salvo, accoltellò una collega sul treno: condannato a 10 anni di carcere

È stato condannato a 10 anni, in primo grado con rito abbreviato, Domenico Foti, 48enne calabrese originario di Melito Porto Salvo, nel Reggino, che il 7 novembre 2019 accoltellò una donna sul treno Frecciarossa Av 9309 Torino-Roma, durante il tragitto fra Reggio Emilia e Modena. Una volta arrivato alla stazione alta velocità di Bologna, l’uomo venne arrestato dalla Polfer.

L’imputato, che all’epoca lavorava per una ditta incaricata del servizio di pulizie per conto di Trenitalia, era accusato di due reati dal pm di Reggio Emilia, Laura Galli, titolare delle indagini: tentato omicidio nei confronti di una 42enne residente nel pavese, collega dell’aggressore con il quale aveva avuto in passato una relazione sentimentale, colpita da 20 fendenti al collo, al torace e alle gambe, che procurarono alla vittima diversi giorni di ricovero in rianimazione; e in secondo luogo di lesioni aggravate nei confronti di un 45enne residente a Parma, che viaggiava quella mattina sul convoglio, e intervenne per salvare la donna, venendo a sua volta aggredito.

Per entrambe le vittime, costituite parti civili, è stata riconosciuta una provvisionale: 70.000 euro per la donna (assistita dall’avvocato Andrea Gibin del foro di Pavia) e 10.000 per l’uomo (tutelato dai legali Devis Panisi di Reggio Emilia e Flavia Sandoni di Modena).

Non è stata invece accolta la richiesta di risarcimento pari a 3 milioni di euro avanzata dalla ditta per la quale l’imputato lavorava, per danno d’immagine. «Sono state escluse le aggravanti dei futili motivi e abbietti – ha detto il difensore, avvocato Caterina Lia Suraci – così come era già stata esclusa la premeditazione in quanto il coltellino utilizzato lo aveva per motivi di lavoro. Presenteremo comunque ricorso in Appello per chiedere il riconoscimento delle attenuanti generiche. Nel video in cui è stata ripresa l’aggressione, si nota una provocazione da parte della vittima».

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