giovedì,Marzo 28 2024

Intimidazioni a “Progetto Sud” e ai carabinieri di Cetraro, Granato: «Creare una rete di resistenza civile»

Per la senatrice del gruppo “Misto”, solo in questo modo non ci sarà più spazio per la ‘ndrangheta

Intimidazioni a “Progetto Sud” e ai carabinieri di Cetraro, Granato: «Creare una rete di resistenza civile»

«L’ennesimo atto intimidatorio ai danni del personale e delle strutture della comunità “Progetto Sud”, diretta da don Giacomo Panizza, e gli spari all’auto del comandante della stazione dei carabinieri di Cetraro, sono due episodi che ci raccontano della prepotenza mafiosa ai danni di chi combatte quotidianamente per riconquistare spazi importanti di legalità e agibilità sociale».

È quanto afferma la senatrice Bianca Laura Granato (Misto), che continua sostenendo che «la ‘ndrangheta resta arcaica nelle forme con cui dimostra di non tollerare di essere contestata e sminuita in casa propria. Istituzioni e cittadini, mai come in questo momento, devono creare una rete di solidarietà e dialogo per respingere ogni nuovo attacco allo Stato democratico.

Vengono colpiti quindi, nuovamente Giacomo e i suoi operatori che combattono quotidianamente in un territorio come il Lametino, oppresso da una ‘ndrangheta pervicace e invasiva, restituendo centralità ai bisogni delle persone, in particolare dei più fragili ed emarginati: quei soggetti che la società spinge ai margini, per essere risucchiate nel buco nero della violenza, conoscono la luce dell’accoglienza.

Gli spari alla vettura del maresciallo D’Ambrosio invece – continua la senatrice – vengono esplosi nel tardo pomeriggio, quando fuori c’è ancora tanta gente in giro, e dopo pochi giorni da un’operazione antidroga eseguita a Cetraro e sull’alto Tirreno Cosentino, “Katarion”, condotta dai carabinieri con il coordinamento della Dda di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri. Se questo non è un attacco concentrico all’autorità dello Stato che si riprende i propri spazi di legalità, non saprei come altro definirlo».

Secondo la senatrice Granato, «se prendere di mira “Progetto Sud” non è un modo per demoralizzare la preziosa azione sociale e culturale di don Giacomo che fornisce le armi della speranza e della solidarietà come risposta al malaffare e all’illegalità, non saprei di cos’altro parlare. Allora, dando per scontata la solidarietà e la vicinanza a chi viene colpito nel profondo da questi atti di prepotenza criminale, l’invito da rivolgere a quanti credono che un’altra Calabria è possibile – grazie alla società onesta e libera che respinge la prepotenza mafiosa – è di condividere valori e battaglie, per creare una rete di resistenza civile: solo in questo modo non ci sarà più spazio davvero la ‘ndrangheta». 

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