martedì,Aprile 16 2024

Bovalino, morì per ischemia. La famiglia: «Con una diagnosi tempestiva poteva salvarsi»

I congiunti di Giuseppe Amante, deceduto nel 2019: «Vogliamo sapere se la sua morte poteva essere evitata»

Bovalino, morì per ischemia. La famiglia: «Con una diagnosi tempestiva poteva salvarsi»

«Chiediamo giustizia, soltanto giustizia». E’ il drammatico appello contenuto in una lettera firmata dalla famiglia di Giuseppe Amante, l’uomo di Bovalino morto per ischemia nel 2019 a 66 anni dopo un calvario di tre settimane tra gli ospedali di Locri e Reggio Calabria. La sua agonia inizia nel reparto di Medicina del nosocomio locrese prima del trasferimento al Riuniti di Reggio, per un’ulteriore verifica radiologica. Ma ormai è troppo tardi. Perché dopo qualche ora di coma Giuseppe muore. «Mio padre si è sentito male e purtroppo la sanità calabrese non ha contribuito a riconoscere cosa ci fosse all’origine del suo malessere – racconta la figlia Mariangela – E oggi siamo qui a ricordare in maniera straziante quello che è accaduto».

La Procura, dopo l’esposto presentato dai familiari, ha chiesto l’archiviazione, ma per i congiunti quella di Giuseppe era una tragedia che poteva essere evitata. «Perché quando si parla di una vita spezzata e di una famiglia distrutta non si può far finta di nulla, non si può continuare ad agire con superficialità quando di mezzo ci sono delle vite umane – spiega Mariangela – La giustizia nella quale abbiamo sempre creduto ha il dovere di fare piena luce. Lo deve fare per Giuseppe Amante e per tutti i cittadini della Locride. Nessuno merita di morire in questo modo».

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