venerdì,Marzo 29 2024

Stroncato dal Covid in carcere, i legali di Pizzata: «Ricovero tardivo»

Il broker del narcotraffico era detenuto a Catanzaro. Chiesto il sequestro della documentazione sanitaria carceraria e ospedaliera

Stroncato dal Covid in carcere, i legali di Pizzata: «Ricovero tardivo»

Era detenuto presso il carcere di Catanzaro Bruno Pizzata, il 61enne broker del narcotraffico internazionale stroncato dal Covid giovedì scorso all’ospedale “Pugliese-Ciaccio”. Una morte che secondo i familiari poteva essere evitata. Per questo, attraverso gli avvocati Luca Cianferoni, Eugenio Minniti e Gianni Russano hanno annunciato di voler presentare denuncia «nei confronti di tutti quei soggetti che si sono resi responsabili con le loro condotte colpevoli e negligenti del decesso dell’uomo».

Secondo la famiglia la sua morte sarebbe stata causata «esclusivamente dal tardivo ricovero presso il nosocomio da parte della Direzione e della Dirigenza Sanitaria del penitenziario – si legge in una nota diffusa dai legali – nonostante l’aggravarsi delle condizioni di salute che già da subito si erano caratterizzate per una sintomatologia assolutamente seria naturalmente con contestuale richiesta di sequestro di tutta la documentazione sanitaria carceraria e ospedaliera afferente la gestione anamnestica ed il protocollo terapeutico apprestato per fronteggiare l’insorta patologia».

top