Il pm accusa: «A Riace comandava Lucano. Sapeva di trasgredire le leggi»
Il pm si è soffermato sulla figura di Lucano: «La vera finalità dei progetti di accoglienza a Riace era creare determinati sistemi clientelari»
«A Riace comandava Lucano. Era lui il dominus assoluto». È uno dei passaggi chiave della lunga requisitoria del pubblico ministero Michele Permunian nel processo a carico di Mimmo Lucano, accusato insieme ad altri 28 imputati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e truffa in relazione all’accoglienza dei migranti nel piccolo borgo della Locride.
Il pm si è soffermato sulla figura di Lucano, protagonista di questa vicenda, e sui capi di imputazione più gravi, preannunciando diverse richieste di assoluzione. «A Riace comandava lui e lo si evince dalle testimonianze dei funzionari dipendenti del Comune di Riace – ha detto Permunian in aula – Un uomo che ha paura di perdere il potere e consapevole di trasgredire le leggi».
Per il pm «La vera finalità dei progetti di accoglienza a Riace era creare determinati sistemi clientelari – ha proseguito – Lucano ha fatto tutto questo per un tornaconto politico-elettorale e lo si evince da diverse intercettazioni. Contava voti e persone. E chi non garantiva sostegno veniva allontanato».
«Il Comune – ha sottolineato il magistrato – ha deciso di gestire i progetti attraverso le associazioni, in primis Città Futura. E queste associazioni venivano scelte direttamente da Lucano. All’interno diverse parentopoli, con parenti e congiunti di esponenti dell’allora maggioranza politica comunale. Dalle intercettazioni – ha osservato – si comprende come i vari presidenti delle associazioni siano in debito con Lucano, soprattutto l’imputato Capone, legale rappresentante di Città Futura che però, da costruttore edile, non aveva una formazione specifica in materia di immigrazione». Per il pubblico ministero «I laboratori erano specchietti per le allodole, aperti e chiusi ad hoc prendendo alla bisogna qualcuno per lavorare in occasioni di visite particolari».
Permunian ha anche espresso la sua posizione anche sulla famosa relazione prefettizia ritenuta positiva. «Perché il funzionario Campolo ha sentito la necessità di abbandonare il modello burocratico? La risposta l’ho avuta dalle intercettazioni, dove emergono numerosi contatti tra Lucano e Campolo e non per motivi di lavoro».