martedì,Aprile 16 2024

Reggio Calabria piange Demetrio Lammendola, musicista punk d’altri tempi

Il ricordo di parenti ed amici del musicista: «Era voce, volto e poesia dell'educazione e della sensibilità del rock reggino»

Reggio Calabria piange Demetrio Lammendola, musicista punk d’altri tempi

«Fuoco sulla sabbia la vita rinasce tra le fiamme ombre mi danzano intorno e le onde cambiano in nero e mi raggiungono». E lo hanno raggiunto davvero le onde nere adesso. Se n’è andato Demetrio Lammendola. Una scomparsa improvvisa che ha lasciato senza parole gli amici e i tanti che in questi decenni lo avevano conosciuto o avevano suonato con lui. Perché Demetrio era una leggenda musicale per Reggio.

Demetrio era «voce, volto e poesia dell’educazione e della sensibilità del rock reggino» ci racconta Teresa Libri, la cugina. «Eri senza filtri, senza malizia. La bontà e disponibilità in un uomo con la “U” maiuscola. La tua sensibilità e la tua educazione erano e saranno un vanto per noi» scrive nel ricordarlo.

I versi e le canzoni di Demetrio, le sue poesie. Francesco Villari, storico esperto di musica usa solo poche ma essenziali parole: «Era un punk d’altri tempi» dice e lo ricorda con un video commemorativo condiviso su Cartoline rock, della fine degli anni Novanta, quando Demetrio era il cantante degli UtmustEnd, insieme ad altri promettenti musicisti reggini.

Era un po’ il buon padre per loro, a tanti ha insegnato molto perché aveva una grandissima cultura musicale. «I pomeriggi erano deputati all’ascolto» racconta Peppe Cutrì, musicista che con Demetrio aveva condiviso la storica, felice e fortunata esperienza nei “Lost in the bush”. Dopo aver vinto una selezione tra i gruppi organizzata a Roccella dall’Arci Real, volarono a Reggio Emilia, la loro canzone fu inserita in una compilation.

Uno dei ricordi che non si cancellano, spiega Cutrì, è il concerto dei Litfiba ad Acireale. «Prima ancora di suonare, ascoltavamo musica e tanti concerti». Il musicista ricorda il live in cui Pelù bruciò la bandiera dell’Italia, i carabinieri sul palco, e poi il viaggio di ritorno, chilometri a piedi per raggiungere la stazione sotto la pioggia. Arrivammo inzuppati».

Una vita attraversata dalla depressione con cui Demetrio aveva camminato a braccetto. Un grande amore: sua figlia Kendra. «C’ero il giorno in cui registrò il brano a lei dedicato – racconta un’altra musicista, Teresa Mascianà – piangeva come una fontana».

Lo ricordiamo con un’altra su poesia, “Uomo”, pubblicata sulla rivista Helios

Mi sorrideva.

Camminava da solo con i suoi vecchi pensieri.

Le sue erano storie sognate

notti diverse mai vissute.

In una notte afosa volò così in alto

e non volle più tornare

ed il vento e la sabbia entrarono nella stanza

mentre la musica si contorceva.

Lui andò via.

Lui è il bambino morto prima di nascere

lui è il bambino cresciuto

lui è l’uomo che piange.

Lui era l’uomo disilluso.

Lui era l’uomo disilluso.

Ma ora da qualche parte

nel silenzio

si guarda intorno

e sente nuovi cervelli che urlano

e sta decidendo di tornare.

Per il caos ed il disordine.

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