giovedì,Marzo 28 2024

Museo diocesano, il dipinto trafugato di San Prospero restituito alla città

Fondamentale la comparazione delle immagini del quadro con quelle contenute nella banca dati nazionale dei beni culturali illecitamente sottratti

Museo diocesano, il dipinto trafugato di San Prospero restituito alla città

Il dipinto raffigurante “San Prospero“, opera del pittore Manicardi, restituito alla città. Oltre che un un’opera d’arte a tornare è un simbolo di sinergie per superare le difficoltà.  Stamane al  Museo Diocesano di Reggio Calabria, la  riconsegna del quadro al Responsabile dei beni culturali dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bove, Don Domenico Rodà, alla presenza  del Capitano Bartolo Taglietti, Comandante del Nucleo Carabinieri per la tutela del Patrimonio Culturale di Cosenza che ha riportato a casa l’opera. Presenti l’arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini, il Prefetto, Massimo Mariani, del Comandante Provinciale dei Carabinieri, Colonnello Marco Guerrini e di altre autorità militari e civili e del sindaco Giuseppe Falcomatà È toccato poi a don Denisi raccontare la storia dell’opera, donata dal vescovo di Reggio Emilia Cottafava alla città di Reggio dopo il terremoto.

Spiega don Denisi «Siamo riusciti velocemente con gli splendidi carabinieri, veloci, tempestivi e professionali. Siamo nel rispetto del dl n.42 del 2004 con un team che sono riuscito a mettere insieme, un avvocato che ha steso la domanda indirizzata al comando provinciale dei carabinieri del nucleo tutela beni culturali di Cosenza, un agente riservato che ha fatto la foto nel luogo in cui si trovava indebitamente il quadro e in tre mesi siamo riusciti a portarlo via e lo abbiamo restituito alla città. È un documento storico prima che artistico, risale al 1910, quando lo storico e canonico Cottafavi venuto da Reggio Emilia (che ha come patrono San Prospero) è arrivato a Reggio, delegato dal papa Pio X per la ricostruzione della città dopo le macerie del terremoto. Nel giro di meno di 2 anni ha ricostruito oltre 200 chiese baracche tra queste una dove ha inviato questa tela che poi si è dispersa e finalmente ritorna in questa resilienza».

Come chiarisce Taglietti «Siamo riusciti a portare a casa un bene importante per la città di Reggio che rappresenta il simbolo della rinascita, con San Prospero sulle macerie dopo il terremoto, un nuovo inizio». Il quadro fu donato come segno di vicinanza, poi si persero le tracce dalòa chiesa di fortuna costruita per accogliere i terremotati, fino alla scoperta dal nucleo di Cosenza.

«La persona che possedeva il bene era ignara della provenienza del dipinto avendolo avuto in eredità, considerato che è un dipinto sparito dal 1920. Grazie a delle foto comparate con la banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, un unicum, nato nel 1980».  Per Morosini l’occasione è anche un saluto alla città di Reggio.

Il colonnello Guerrini ha chiarito «Il lavoro inestimabile del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale portato avanti dal 1969, evolutosi e divenuto uno dei punti di riferimento a beneficio di altri forze di polizia. Oggi il comando ha sede a Roma e ha 16 nuclei ed una sezione in Sicilia orientale. La nostra banca dati dei beni culturali, una  “best practice”, è  una delle più cospicue al mondo».

Per il sindaco Falcomatà «È una giornata di orgoglio per la comunità, ringrazio l’arcivescovo – ha detto – la diocesi e l’Arma per avere restituito un pezzo importante per la storia della città, che rappresenta lo sforzo collettivo di aiuti tra le istituzioni nazionali e internazionali nel 1908 dopo il terremoto. Un’opera che oltretutto arricchisce il museo diocesano reggino».

Per il prefetto Massimo Mariani: «Per qualunque comunità è estremamente importante ritrovare radici storiche, simboliche, oltre che artistiche. Ed il quadro simboleggia uno dei momenti chiave di Reggio:  la città rasa al suolo che ha saputo risorgere».

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