martedì,Aprile 23 2024

Droga, armi e riciclaggio: 26 indagati a Villa San Giovanni nell’inchiesta “Freccia bianca”

Notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. Documentata l'estorsione ad un imprenditore del settore ristorazione

Droga, armi e riciclaggio: 26 indagati a Villa San Giovanni nell’inchiesta “Freccia bianca”

Lo scorso 7 luglio, gli Agenti della Polizia di Stato del Commissariato di P. S. di Villa San Giovanni hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, emesso lo scorso 11 giugno dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nei confronti di 26 soggetti, ritenuti responsabili a vario titolo di associazione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illecita ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo d’armi (anche da guerra), furto, ricettazione, riciclaggio, estorsione ai danni di un imprenditore operante nel settore della ristorazione e danneggiamento a mezzo incendio di alcune autovetture, avvalendosi dell’appartenenza a locali cosche di ‘ndrangheta.

Le indagini, caratterizzate da intense attività di intercettazione telefonica, ambientale e video, hanno consentito agli Agenti della Polizia di Stato di individuare tre soggetti come punto di convergenza dello spaccio di cocaina e cannabis nella città di Villa San Giovanni.

L’articolata attività investigativa, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri e coordinata dal Procuratore Aggiunto Dott. Giuseppe Lombardo e dal Sostituto Procuratore Dr.ssa Sara Amerio della Direzione Distrettuale Antimafia, ha trovato un concreto riscontro nelle diverse perquisizioni svolte dai poliziotti del Commissariato.

C’è anche il boss di Villa San Giovanni Pasquale Bertuca tra i destinatari dell’avviso di conclusione indagini notificato dalla polizia a 26 destinatari nell’ambito dell’operazione “Freccia Bianca” che ha fatto luce su un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Nell’inchiesta, coordinata dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Giuseppe Lombardo e dal sostituto procuratore della Dda Sara Amerio, sono contestati anche i reati di detenzione illecita ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo d’armi (anche da guerra), furto, ricettazione, riciclaggio, estorsione ai danni di un imprenditore operante nel settore della ristorazione e danneggiamento a mezzo incendio di alcune autovetture. I 26 indagati si sono avvalsi dell’appartenenza a locali cosche di ‘ndrangheta. Le indagini, caratterizzate da attività di intercettazione telefonica, ambientale e video, hanno consentito agli investigatori di individuare tre soggetti come punto di convergenza dello spaccio di cocaina e cannabis nella città di Villa San Giovanni. I principali indagati sono Antonio Bellantone detto “zia”, ritenuto il promotore del sodalizio criminale del quale facevano parte anche Gabriele Alleruzzo e Rocco Scarfone detto “Ceres”. Quest’ultimo era il braccio destro e uomo fidato di Bellantone che aveva collocato la base operativa dell’associazione a Cannitello. “Io e Rocco ora facevano 2, 300 euro al giorno di guadano… – si legge in alcune intercettazioni. – Solo con il fumo… un chilo… 4mila euro ci siamo fatto e ancora avanziamo soldi dalle persone”. Tra i tossicodipendenti della “zia” e di “Ceres” c’era anche Pasquale Bertuca, il boss di Villa San Giovanni al quale la Dda contesta sia lo spaccio di una “mezza dose” a un altro assuntore di sostanze stupefacenti, sia il danneggiamento di due auto incendiate. Il pm Amerio ha indagato Bertuca anche per una detenzione di armi e per un’estorsione ai danni del titolare dell’ “Autostello” costretto a pagare mille euro per “mettersi a posto” con la cosca di Villa San Giovanni.

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