giovedì,Aprile 18 2024

Giuseppe Ripepi: storia di un giovane tenace e generoso strappato alla vita troppo in fretta

Una giovane vita fatta di volontariato, studio e tante passioni stroncata all'improvviso. Il ricordo commosso dei genitori

Giuseppe Ripepi: storia di un giovane tenace e generoso strappato alla vita troppo in fretta

La storia che leggerete è quella di Giuseppe Ripepi, un giovane di quelli che ti fanno tornare a sperare e credere nell’umanità. Nonostante la giovane età era ben voluto da tutti e lo si capisce anche da un semplice gesto: ancora oggi, a distanza di sei mesi dalla sua prematura scomparsa, al cimitero lo vanno a trovare anche persone che lo hanno incontrato per un breve tratto nel loro percorso.

Genitori, amici, compagni di università e professori, tutti ricordano Giuseppe con un sorriso velato dall’amarezza di aver dovuto rinunciare troppo presto a quella gioia che trasmetteva in ogni suo gesto. E che Giuseppe fosse speciale si capisce anche dal grande gesto, non riconosciuto a tutti, che il Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria,  su proposta del Consiglio di Corso di Studio in Scienze e Tecnologie Alimentari, ha conferito la laurea in tecnologia e scienze alimentari post mortem, allo studente Giuseppe Ripepi per  «l’impegno profuso nello studio ed alla tenacia mostrata nell’affrontare gli esami, fino al quasi completamento del percorso, impedito dal sopravanzare della malattia».

Ma Giuseppe non era solo un figlio e uno studente modello. Giuseppe aveva dentro di se un mondo che aveva deciso di tenere riservato. Un mondo fatto di opere di bene e volontariato che i genitori stessi hanno scoperto dopo la sua morte. Da bravo cristiano, Giuseppe aveva capito che il bene si compie in silenzio e senza aspettarsi nulla in cambio. Per questo ancora oggi gli anziani che hanno beneficiato del suo volontariato lo vanno a trovare in quella casa che, ormai, è il posto sicuro di Giuseppe. Un ragazzo che in un mese e mezzo è volato via a causa di un male che senza preavviso ha stroncato la sua giovane vita.

«Il giorno prima era a mare, aveva una passione per la pesca – ci hanno raccontato i genitori di Giuseppe – poi un dolore improvviso e la corsa in ospedale. Ringraziamo il dottor Costarella e la sua equipe perché hanno fatto di tutto per salvare Giuseppe, ma per lui era troppo tardi». Il Covid ha, senza dubbio, peggiorato una situazione già delicata e, come è accaduto a molte famiglie in questo triste periodo, è stata dura dover salutare un figlio senza poterlo neanche abbracciare. Ma oggi il dolore lascia spazio alla speranza perché il ricordo di Giuseppe è vivo. A lui è stato intitolato il gruppo scout di cui faceva parte fin da ragazzino di San Paolo alla rotonda, e oggi i genitori continuano quella strada per costruire, in memoria di Giuseppe, un cammino fatto d’amore e solidarietà.

Giuseppe amava questa terra tanto da dedicare la sua tesi di laurea, che i genitori, recuperando tutto il lavoro di ricerca fatto, hanno voluto stampare per dare forma al traguardo tanto sognato dal figlio, era dedicato al bergamotto e alle sue peculiarità. Ma Giuseppe era appassionato di tante cose, e nonostante gli studi trovava il tempo per andare nelle case di cura per anziani a dare conforto, confrontarsi attivamente con il movimento Idea Calabria di cui faceva parte, e non rinunciava ai suoi hobby di sempre: lo sport e la pesca.

Difficile raccontare un sogno di chi non è più presente in questa terra ma è facile comprendere la bellezza celata dal sorriso di Giuseppe, la ricordano gli amici di sempre, i colleghi di università e tutta la sua comunità. Il dolore che ha lasciato descrive perfettamente tutto il buone che ha lasciato in questa terra nella sua giovane vita. Ha lasciato di se il profumo Giuseppe e oggi da lassù festeggia quel traguardo tanto sognato e per il quale aveva tanto studiato e continuerà a vivere negli occhi dei suoi genitori e nelle azioni di quanti lo hanno conosciuto che, ricordandosi di Giuseppe, continueranno la sua missione di promuovere il bene.

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