sabato,Aprile 20 2024

Fatture pagate due volte all’Asp di Reggio Calabria, 16 imputati rinviati a giudizio

A deciderlo è stato il gup Vincenza Bellini che ha mandato a processo imprenditori e funzionari pubblici accusati, a vario titolo, di truffa ma anche riciclaggio e falso. Prosciolta l'ex assessore regionale Mariateresa Fragomeni

Fatture pagate due volte all’Asp di Reggio Calabria, 16 imputati rinviati a giudizio

Rinviati a giudizio, tranne l’ex assessore regionale Maria Teresa Fragomeni che è stata prosciolta, gli imputati nel processo sulle doppie fatture pagate dall’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria in favore dello “Studio radiologico sas di Fiscer Francesco” di Siderno. A deciderlo è stato il gup Vincenza Bellini che ha mandato a processo imprenditori e funzionari pubblici accusati, a vario titolo, di truffa all’Asp e al Servizio sanitario regionale, ma anche riciclaggio, falso, alterazione di informazioni accogliendo la richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri, dell’aggiunto Gerardo Dominijanni e dei pm Giulia Scavello e Marika Mastrapasqua.

Il processo inizierà il 29 settembre. Il gup ha prosciolto, invece, l’ex assessore regionale Maria Teresa Fragomeni imputata nella qualità di “socia di fatto” dello studio radiologico convenzionato con il sistema sanitario nazionale.

Rinviati a giudizio – Nomi 

Tra i rinviati a giudizio ci sono il legale rappresentante della clinica Francesco Fiscer, i soci Giuseppe FiscerCaterina CaraccioloRoberta Maria Strangio, gli amministratori di fatto dello studio Antonino StrangioPietro Armando Crinò, i funzionari dell’Asp Giuseppe Maria LatellaGiuseppe FalconeRaimondo DelfinoAntonino VartoloBruno LogozzoDaniela NoceraFrancesco Sorrentino, l’ex direttore sanitario Salvatore Barillaro, quello amministrativo Pasquale Staltari e l’ex commissario straordinario dell’Asp Santo Gioffrè.

Quest’ultimo è lo stesso ex commissario che ha sventato il doppio pagamento di una fattura da 6 milioni di euro alla clinica “Villa Aurora” denunciando tutto in Procura. In questo processo è accusato di aver firmato, il 3 aprile 2015, pochi giorni dopo il suo insediamento, un mandato di pagamento all’istituto radiologico di Siderno relativo a una transazione al termine di una procedura iniziata dai suoi predecessori. Nell’inchiesta è coinvolto anche l’ex direttore generale dell’Asp Ermete Tripodi ma la sua posizione è stata stralciata per un difetto di notifica.

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