sabato,Aprile 20 2024

Bullismo a Campo Calabro, bimbo di 9 anni picchiato e ferito in piazza

Violenza gratuita da parte di altri giovani: dopo gli episodi a scuola e la decisione di cambiare aria, ora anche in piazza il ragazzino non è al sicuro. La denuncia della madre

Bullismo a Campo Calabro, bimbo di 9 anni picchiato e ferito in piazza

«“I bambini non nascono bulli, ma viene insegnato loro ad esserlo”. Non saprei come esprimermi ho troppa rabbia e delusione mio figlio non è padrone di poter fare una passeggiata è stato preso di mira e stop. Abbiamo cambiato scuola per evitare i continui insulti ma poi nel suo paese non può fare una passeggiata perché torniamo sempre lì. Non posso non pubblicare questa cattiveria questo paese ha bisogno di seri provvedimenti urgenti». Questo è il duro sfogo di una madre che ha trovato il coraggio di denunciare pubblicamente un atto che mai nessun bambino dovrebbe subire.

M. è la mamma di G. che di anni ne ha solo 9 ma ha già provato sulla sua giovane pelle tutta la cattiveria che anche i suoi coetanei possono sfogare. Il bullismo è un fenomeno che non riguarda più solo la scuola e va arginato, soprattutto, quando a rischio è la salute fisica e psichica di un minore. G. è stato preso di mira a scuola e le angherie subite hanno portato la sua famiglia a richiedere un cambio necessario per far riacquistare tranquillità al piccolo che, vittima di continue vessazioni da parte di alcuni compagni, aveva mostrato insofferenza.

Ma quanto accaduto fuori dalle mura scolastiche lascia sconcertati.

G. era in piazza municipio a Campo Calabro e con i suoi amici stava giocando in spensieratezza quando il solito gruppetto lo ha preso di mira e picchiato sotto gli occhi terrorizzati dei suoi coetanei. La madre è stata avvisata e al suo arrivo ha trovato la scena temuta da ogni genitore: il figlio nuovamente vittima inerme di quei bulli che, senza alcun motivo, hanno deciso di interrompere un semplice pomeriggio di gioco.

La situazione a Campo Calabro, da tempo, non pare essere delle migliori. Dopo la maxi rissa raccontata mesi fa, ci troviamo nuovamente di fronte a gesti che lasciano intravedere un disagio che non può passare inosservato. Nessun bambino nasce violento e G. è solo vittima di un sistema che sforna adolescenti arrabbiati e pronti a sfogare ogni frustrazione sul più indifeso. Ma nessun bambino dovrebbe sentirsi terrorizzato da un gruppo che lo ha preso di mira proprio perché ritenuto più debole.

Nel gruppo erano presenti ragazzi più grandi, giovani che hanno preso la strada della violenza gratuita, torcendo il braccio di un bimbo di 9 anni provocandogli microfratture. Un dolore che lo affligge da giorni ma che non è nulla rispetto alla cicatrice che G. porterà dentro di sé. La paura e il terrore, perché, dopo la scuola, anche il suo paese non è più un luogo sicuro.

Le forze dell’ordine stanno continuando a indagare sull’accaduto grazie anche all’ausilio delle telecamere di sicurezza che consentiranno di ricostruire l’aggressione. Ma questo non basta. Oltre all’azione repressiva è evidente, ancora una volta, che è sempre più necessaria l’azione delle istituzioni volta a prevenire fenomeni di bullismo e violenza.

Serve che l’intera comunità, a partire dal sindaco, così come già fatto sui social, faccia squadra attorno al piccolo G. affinché possa tornare a sentirsi al sicuro nel tirare in piazze 4 calci a un pallone. Ai bambini va restituita la serenità sottratta con la violenza da chi, forse, non ha altri mezzi per urlare il suo personale disagio.

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