venerdì,Aprile 19 2024

Carcere di Arghillà, aggressione al personale di polizia penitenziaria e rissa tra detenuti

La denuncia arriva dal sindacato Sinappe che evidenzia come ci siano «falle strutturale e di gestione»

Carcere di Arghillà, aggressione al personale di polizia penitenziaria e rissa tra detenuti

«Dapprima un’aggressione, l’ennesima, ai danni di un poliziotto penitenziario» riferiscono i portavoce Viglianti e Barbera, Segretari di questa Organizzazione Sindacale «e poi una rissa tra detenuti che ha messo a ferro e fuoco un’intera sezione» questo quanto accaduto nella giornata di ieri presso il penitenziario reggino. Alle ore 12.00 circa, dopo aver assunto la terapia, un detenuto si recava presso la saletta socialità pur non essendone autorizzato.

L’agente faceva notare l’anomalia al detenuto che reagiva in maniera
brusca affermando, con tono minaccioso avvicinandosi pericolosamente
al collega e spingendolo, che lui faceva quello che voleva e nessuno gli
avrebbe dato ordini. Il collega, compresa la criticità del momento, si recava in fretta presso il box agenti per far uscire l’infermiere, presente per la terapia, e l’educatrice, impegnata in un colloquio. Un attimo dopo il detenuto lo spintonava violentemente e gli strappava di mano il telefono con cui stava chiamando i soccorsi.

Non contento danneggiava sedie e tavolo presenti all’interno del box e all’arrivo degli altri poliziotti, afferrava l’estintore con l’intenzione di
svuotarlo addosso al collega, al quale rivolgeva precise minacce. Riportato l’ordine, il poliziotto aggredito veniva curato presso l’ospedale cittadino, che lo dimetteva con una prognosi di 10 giorni. Nel pomeriggio della stessa giornata due detenuti, seguiti a ruota da altri, riuscivano a raggiungere la sezione “Artemide e Minerva”, provocando una rissa che coinvolgeva circa 60 ristretti che, armati di “gambe dei tavoli con chiodi”, bastoni, pezzi di ferro e gli stessi estintori, provocavano danni ingenti a suppellettili e mobilia. I poliziotti in servizio, non coinvolti nella colluttazione, cercavano con non poca fatica di riportare l’ordine con il supporto di altri colleghi, immediatamente accorsi.

«È indubbio – dichiarano Viglianti e Barbera – che il pericolo
vissuto all’interno dei penitenziari dai poliziotti sia ormai giunto a
livelli incontenibili. Nonostante ciò – continuano i sindacalisti i
nostri colleghi espletano il compito affidato in maniera encomiabile
e professionale, come dimostrano i casi appena riportati, in cui il
poliziotto, pur subendo l’aggressione
, ha innanzi tutto messo al
sicuro i civili presenti e poi ha tutelato la propria incolumità, senza
comunque rispondere alla violenza del detenuto e, dal canto loro
gli altri agenti, hanno saputo arginare una violenta lite che avrebbe
potuto degenerare».

E’ evidente però che le falle, strutturali e di gestione (basti pensare
alla facilità con cui i detenuti sono riusciti a superare i cancelli filtro per
intrufolarsi nelle altre sezioni, rappresentino un grande ostacolo per la
sicurezza dell’istituto e del personale ivi in servizio. «Il plauso del SiNAPPe va a tutti i colleghi coinvolti e non – concludono Fabio Vigilante e Luigi Barbera – che ogni giorno, con il loro operato e con grande spirito di abnegazione e sacrificio, dimostrano l’appartenenza orgogliosa al Corpo di Polizia penitenziaria.

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