giovedì,Marzo 28 2024

Beni confiscati, una verifica rafforzata per evitare che tornino nelle mani delle mafia

Di questi giorni un altro importante tassello che assume la forma di protocollo: l’obiettivo è «di rafforzare l’attività di prevenzione e contrasto dei fenomeni criminali»

Beni confiscati, una verifica rafforzata per evitare che tornino nelle mani delle mafia

di Francesco Bolognese – Uscire dalla porta e (provare a) rientrare dalla finestra. Capita anche questo nella “vita” dei beni illecitamente acquisiti da esponenti delle organizzazioni malavitose posti sotto sequestro e successivamente confiscati, con tanto di sentenze passate in giudicato.

Le cronache giudiziarie rivelano tentativi più o meno maldestri condotti da “prestanome” di alcune consorterie mafiose, peraltro prontamente frustrati dall’incisiva azione delle forze dell’ordine e della magistratura.

La soglia di attenzione è elevata. Questo è un fronte caldo e per certi versi decisivo, atteso il messaggio che veicola nei confronti dell’opinione pubblica.  «I beni confiscati alle mafie e riconvertiti a uso sociale  rappresentano – ha sottolineato il Santo Padre –  delle autentiche palestre di vita».

La Direzione nazionale antimafia e l’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati nell’ambito delle rispettive prerogative e competenze vigilano ed agiscono. 

Di questi giorni un altro importante  tassello che assume la forma di protocollo.  L’obiettivo è «di rafforzare l’attività di prevenzione e contrasto dei fenomeni criminali, con particolare riguardo alle ingerenze delle organizzazioni mafiose nelle procedure di affitto, vendita e liquidazione dei beni aziendali». Questa intesa fa il paio con quella del 2019  «concernente le procedure di vendita dei beni immobili e  completa la verifica antimafia relativa a tutti i beni confiscati che possano essere oggetto di vendita secondo quanto previsto dal Codice Antimafia».

Il modus operandi prevede tra le altre cose «un monitoraggio triennale teso a scongiurare il rischio che detti beni rientrino nella disponibilità della criminalità organizzata, vanificando così l’intervento dello Stato», che  avrà luogo «attraverso una verifica antimafia rafforzata che si estenderà non solo agli assegnatari dei beni aziendali, al momento del loro trasferimento, ma anche a tutti quei  soggetti che nel predetto arco temporale ne dovessero acquistare a loro volta la disponibilità».

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