mercoledì,Aprile 24 2024

I fratelli Frascati e l’utilizzo di nomi falsi per nascondere la titolarità della Effe Motors

Dall’inchiesta emerge come Emilio, Demetrio e Paolo Frascati fossero regolarmente presenti in azienda, utilizzassero le auto della concessionaria e si facessero chiamare col cognome “Romeo” da chi non conoscevano

I fratelli Frascati e l’utilizzo di nomi falsi per nascondere la titolarità della Effe Motors

«Sali verso sopra e c’è l’altro Frascati, l’altra concessionaria, la Frauto, la… ehm… la Effe Motors».  Siamo nel 2017 ed a pronunciare queste parole è Emilio Frascati, uno dei fratelli che sono stati titolari della Frauto, società poi confiscata in virtù delle inchieste giudiziarie che hanno coinvolto la famiglia Frascati per fatti di ‘Ndrangheta. Al posto della Frauto vi è la Effe Motors, nata grazie all’azione degli ex dipendenti della Frauto, che hanno costituito una nuova società allo scopo di salvaguardare il patrimonio occupazionale della Frauto e, per questo, hanno ottenuto il via libera dal Demanio.

Ma la Effe Motors, in realtà, secondo quanto emerso dall’inchiesta “Mercato libero”, continua ad essere appannaggio dei fratelli Emilio, Demetrio e Paolo Frascati che si comportano come fossero ancora i reali proprietari dell’azienda, utilizzando, ad esempio, le auto della concessionaria per scopi meramente privati, oppure rappresentando la Effe Motors ad eventi di caratura nazionale. L’intercettazione prima indicata è stata colta fra Emilio Frascati ed un fornitore. Secondo i giudici «è sicuramente una delle intercettazioni di più alto valore investigativo, poiché traspare in modo chiaro il carattere fittizio dell’operazione negoziale simulatoria che è stata realizzata nel tempo e che ha portato i Frascati, dopo i provvedimenti giudiziari che li hanno travolti, ad operare nuovamente indisturbati nel settore del commercio degli autoveicoli grazie all’appoggio fornitogli dai soci e dai quadri dirigenziali della Effe Motors, i quali attraverso il loro contributo attivo, hanno consentito e consentono tutt’oggi alla famiglia Frascati di reimpiegare i capitali provento delle attività illecite derivanti dalla loro appartenenza alla ‘Ndrangheta».  

L’uso di false generalità

Ma fra gli elementi più sintomatici con riferimento alla presenza dei Frascati, da dissimulare per evitare problemi, vi è sicuramente l’utilizzo di false generalità con persone esterne. Demetrio e Paolo Frascati – ha documentato l’inchiesta – utilizzavano degli alias al fine di rendere occulta la riconducibilità della concessionaria. Emblematico il caso di una telefonata da parte di una operatrice di una compagnia telefonica che chiede direttamente del signor Frascati, evidentemente indicato come persona di riferimento. Al telefono vi è Demetrio Frascati, ma quando l’operatrice chiede con chi stesse parlando, Frascati risponde: «Emilio Romeo mi chiamo!». Un altro episodio, e più recente, riguarda sempre Demetrio Frascati che si rivolge al servizio di assistenza Honda, con il nome di Emilio Romeo. Dall’ufficio rispondono: «Sì, buongiorno è il servizio clienti Honda!… Il signor Emilio Romeo? Buongiorno ha provato a contattare il servizio clienti?».

Ancor più emblematica è la conversazione che chiarisce come anche Paolo Frascati si facesse chiamare in un altro modo, ossia Paolo Romeo. Ecco l’intercettazione in questione, captata nel corso di una conversazione con un cliente che il fratello Demetrio Frascati gli aveva passato perché impegnato.

Cliente: Aspetta… inc… come ti chiami di cognome scusami che ti do del tu!

Frascati: Paolo! … no figurati, Paolo Romeo!

Cliente: Paolo Romeo, così io so con chi ho parlato!

Frascati: Ma guarda due siamo, non avrai difficoltà, non hai…

Cliente: L’altra volta come si chiamava, perché io…

Frascati: Siamo io ed il mio collega, uno Emilio ed uno Paolo! Cioè, ma qua ci sono due Emilio, due Paolo, quindi insomma… ma comunque

Cliente: inc… Paolo Romeo!

Frascati: Sì, sì!

Cliente: Quello che mi ha fatto il preventivo era Emilio

Frascati: Emilio! Emilio! Sì, sì, sì!

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