Processo Rositani, una perizia stabilirà se Ciro Russo era capace d’intendere e di volere
Sulla vicenda torna, con una lunga lettera, il papà di Maria Antonietta, Carlo.
Il 20 ottobre prossimo il caso di Maria Antonietta Rositani torna in Corte D’appello a Reggio Calabria. Quel giorno sarà celebrata l’udienza per stabilire se Ciro Russo, il 12 marzo del 2019, giorno in cui tentò di uccidere l’ex moglie, fosse capace di intendere e volere.
Si discuterà sulla perizia depositata dal perito del tribunale richiesta dalla Corte d’appello di Reggio Calabria. Sulla vicenda torna, con una lunga lettera, il papà di Maria Antonietta, Carlo. La riportiamo di seguito.
Quel giorno Ciro Russo dopo essere evaso nella notte da Ercolano riempie sul viale Europa in una stazione di servizio tre bottiglie piene di benzina, si avvicina alla casa dove risiede mia figlia la segue aspetta che esca da casa e la segue fino a scuola dove lascia come ogni mattina i due suoi figli. Ha fretta di tornare a casa ad attenderla la sua dolce nonnina Maria Antonietta, morta di crepacuore il 20 febbraio del 2020.
Ciro continua a seguirla perché ha un obiettivo ben ragionato nel tempo che è quello di ucciderla. La segue vigliacco fino a speronarla sulla via Frangipane per tentare di ucciderla. Uccidere una donna sola. Impaurita. Una figlia di questa nostra Italia. Sola sola contro l’Orco. Bruciandola viva. Bruciare la madre dei suoi due figli ” Annie e William.
Esiste una spugna magica un cancellino per cancellare dalla lavagna della mente e del cuore tutte le sofferenze piombate sulla mia famiglia per colpa dello Stato quel 12 marzo del 2019? No. Non c’è nessun tetto se non il tetto della fede del cielo di Dio dove trovare riparo nelle preghiere. Solo in Dio trovare un attimo di pace. E adesso dobbiamo aspettare giorno 20 di questo mese per sapere se quell’essere non essere era capace di intendere e volere al momento dell’agguato… Sapere quello che abbiamo vissuto visto con gli occhi. Video, foto, parole, oltraggi soprusi e ancora violenze nascoste. Nascoste per colpa di uno Stato che non protegge. Occorre ancora sapere se fosse sano di mente. Adesso chi uccide è pazzo!
Bel messaggio che lanciamo ai paesani del Paese Terra. Terra Italia. Di un essere non essere che non si è mai pentito per aver bruciato una famiglia intera. Di una persona che non ha mai scritto una parola di pentimento per i suoi due occhi belli innocenti dei suoi figli. Annie e il piccolo William. Mai una parola per il piccolo Diuk morto bruciato nell’agguato. Quel povero cagnolino era amico compagno, amore e giochi per il piccolo William. Mai una parola di un semplice “Ciao ” per nonna Antonietta che lo ha vestito cibato. Una donna che ha pagato i suoi vizi, cresciuto i suoi figli, trattato lui come un figlio a casa sua .
A casa della famiglia Rositani. Casa costruita con i sudori e sacrifici di una persona onesta. Casa del mio povero Papà. Diventata anche sua perché trattato da tutti come nipote e figlio. Per me è duro parlare raccontare per me che lo custodivo come un figlio. Che vergogna ancora chiacchere e falsa giustizia da parte di uno Stato assente e sordo alle richieste di aiuto. Ancora ancora ancora lo Stato Assente “Contro” chi soffre ma più attento e presente verso chi è. “orco” per crudele mentalità maschilista e patriarcale. Più attento alle richieste di chi non è dalla parte della famiglia e della legge e tanto meno verso l’umana parola di Dio.
Ma è la legge. È giusto così. Ho fiducia nello Stato… perché non possiamo dimenticare i nostri Padri cancellare sacrifici e sudori di chi ha costruito mattoncino su mattoncino questa nostra bella ma sfortunata e povera Italia. Speriamo che….
Lascio per i figli di oggi e di domani all’aria buona dei venti della vita le parole del Procuratore Capo della Repubblica di Reggio Calabria Dottor Giovanni Bombardieri che ha sostenuto la tesi accusatoria e chiesto venga applicata la pena massima senza attenuanti. Parole stupende, meravigliose pronunciate in Aula del Tribunale di Primo Grado di Reggio Calabria che condannava Ciro Russo capacissimo di intendere e volere a 18 anni di galera e tre di sorveglianza.
«Siamo abituati a processi di mafia – ha detto Bombardieri – e quello davanti al quale ci troviamo di fronte è l’atto più grave commesso a Reggio Calabria».
Parole vere dal sentimento umano e di vera “Giustizia” che danno speranza e fede a tutti coloro che vengono giornalmente abbandonati da uno Stato disattento e disumano che con la sua omertà ha permesso a Ciro Russo, a una persona che io definisco “Essere non essere”, di commettere indisturbato un così violento e disumano crimine. L’Italia è un paese governato da chi non vuole bene agli italiani. Non vi nego che ho paura non solo per mia figlia per i miei nipoti ma per tutta la mia famiglia. Vorrei poter vivere una vita ancora per poter fare quello che non ho potuto fare per non voler forse sapere e troppo Amore prima. Proteggerli. Affinché mai più #stopviolenza
Papà Carlo.