venerdì,Marzo 29 2024

Struttura psichiatrica “La chimera”, per il Tribunale di Locri non ci fu nessuna truffa

Si è conclusa dopo tre anni la vicenda giudiziaria che ha coinvolto la nota struttura sanitaria. Intanto 27 dipendenti hanno perso il loro posto di lavoro

Struttura psichiatrica “La chimera”, per il Tribunale di Locri non ci fu nessuna truffa

Si è conclusa con il «non luogo a procedere perché il fatto non sussiste», la vicenda giudiziaria che vedeva coinvolta la struttura psichiatrica di Locri “La Chimera”. La stessa era stata sospesa tre anni fa, a seguito di un’ispezione dei carabinieri dei Nas di Reggio Calabria, che hanno eseguito un decreto di perquisizione disposto dalla Procura di Locri nella struttura che all’epoca occupava 27 dipendenti per l’assistenza di 24 degenti psichiatrici.

«Nonostante qualche piccolo problema di umidità di risalita, lavori prontamente eseguiti – ha spiegato il vicepresidente Giuseppe Zurzolo – l’ex commissario ad acta del Piano di rientro Massimo Scura, il 2 agosto del 2018 revocò l’autorizzazione sanitaria all’esercizio e l’accreditamento dei 10 posti letto e nel giro di qualche anno il nuovo commissario alla sanità Cotticelli, decise per il trasferimento di tutti i pazienti causando il licenziamento di massa dei 27 dipendenti.

La struttura prima garantiva 27 posti di lavoro – ma a causa dell’indagine della Procura conclusa l’altro ieri, con la sentenza del giudice dell’udienza preliminare di Locri che ha disposto il “non luogo a procedere perché il fatto non sussiste” – ora si ritrova chiusa e senza la possibilità di dare un futuro a quelle famiglie lasciate a casa senza lavoro. Tale sentenza arriva quasi a 3 anni di distanza, e nonostante venga riconosciuta l’assoluta innocenza, ad oggi il presidente Maria Dichiera in qualità di rappresentante legale della struttura, si sente sconfitta da una giustizia alla quale lei credeva fermamente, in quanto la cooperativa assisteva anche pazienti psichiatrici giudiziari inviati proprio dalle autorità giudiziarie».

Zurzolo ha sottolineato che «la struttura nonostante fosse stata accreditata regolarmente per 10 posti letto nel 2009 e poi autorizzata dal direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria per altri 10 posti letto nel 2013, è stata chiusa senza batter ciglio e senza leggere un minimo di carte presente negli atti.  Stessi atti che finalmente ad ottobre 2021 hanno reso possibile l’assoluzione completa per La Chimera. Grazie alla tenacia del proprio legale di fiducia, l’avv. Alfredo Arcorace del Foro di Locri, la rappresentante è riuscita a far valere le proprie ragioni di estraneità dei fatti in una causa durata anni e che ha arrecato oltre danni di immagine, danni fisici e morali anche danni economici, in quanto la cooperativa ha tolto 27 posti di lavoro in un’area della Locride che non conta moltissime attività simili.

L’avvocato Arcorace – ha continuato Zurzolo – ha dimostrato con carte alle mani che non poteva esistere nessun reato di truffa in quanto la struttura non ha ospitato pazienti in numero superiore a quello stabilito dall’Asp, mentre gli altri ospiti presenti erano stati ricoverati su disposizione dell’autorità giudiziaria, per i quali non vige il limite dei posti letto contrattualizzati. Inoltre, ha evidenziato che dal verbale del Nas risulta che gli alimenti sequestrati erano privi di etichetta, ma “non in cattivo stato di conservazione” in quanto erano stati comprati tutti con regolare fattura pochi giorni prima da fornitori della zona.

Infine, si è dimostrato che la struttura non ha occupato alcun immobile in maniera abusiva, poiché aveva partecipato ad un bando pubblico del Comune di Camini. In conclusione, dopo quasi 3 anni e migliaia di pagine di documenti a discolpa della cooperativa anche la Procura di Locri, che ha indagato, ha concluso con la richiesta di “non luogo a procedere”. Con la speranza, che concluso il processo amministrativo sulla revoca dell’accreditamento, La Chimera possa tornare a dar posti di lavoro con l’assistenza h24 di pazienti affetti da disturbi psichiatrici».

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