Processo “Canadian”, in Appello cade l’associazione mafiosa per tutti gli imputati
I giudici di piazza Castello ha assolto tutti gli indagati per 416 bis perchè il fatto non sussiste. L'avvocato Minniti: «Ripristinata la verità processuale»
La seconda sezione penale della Corte di Appello di Reggio Calabria ha assolto tutti gli imputati nel filone abbreviato dell’inchiesta “Canadian ‘ndrangheta connection” dal reato di associazione mafiosa. Nel dettaglio i giudici di piazza Castello hanno assolto dall’accusa di 416 bis Domenico Cerisano, Bruno Filippone, Francesco Filippone, Vincenzo Muià e Vincenzo Muià ’69 perché il fatto non sussiste. Confermata nel resto la sentenza di primo grado, con pene rideterminate per reati minori nei confronti di Vincenzo Muià (5 anni), Cosimo Futia (3 anni), Michelangelo Archinà (1 anno e 4 mesi).
«I giudici hanno ripristinato quella dispersa verità processuale affermando quei sacrosanti principi di diritto che nonostante siano tutelati e salvaguardati dalla nostra Carta Costituzionale vengono quotidianamente calpestati da una produzione giurisdizionale marcatamente giustizialista – ha espresso l’avvocato Eugenio Minniti, difensore di Domenico Cerisano unitamente all’avvocato Angelica Commisso – i giudici distrettuali hanno pedissequamente applicato in ordine alla contestata condotta partecipativa mafiosa quei rinnovati criteri giurisprudenziali delle Sezioni Unite della Cassazione che pretendono “la messa a disposizione permanente dell’asserito sodale attraverso un patto reciprocamente vincolante con la consorteria” che, nel caso di specie, è stato ritenuto assolutamente insussistente».