venerdì,Aprile 19 2024

Bagnara, prof. discriminata perché disabile: «Agess sarà al suo fianco»

La presidente Silvana Ruggiero: «Trovare una soluzione alternativa applicando la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità»

Bagnara, prof. discriminata perché disabile: «Agess sarà al suo fianco»

«La vicenda che sta subendo la Prof.ssa Maria Carmela Gioffrè non può lasciare indifferente l’associazione Agess, la cui mission è sempre stata la tutela dei diritti delle persone con disabilità». È quanto afferma la presidente Silvana Ruggiero. «Il calvario che da più di un anno sta vivendo la Prof.ssa Gioffrè – continua – affetta da Sclerosi Multipla, ci riporta purtroppo ancora una volta a quel triste scenario dove si perpetua una discriminazione verso le persone con disabilità, dove la “vittima” di questa discriminazione oltre a combattere una patologia molto seria che già di per sé infligge provazioni emotive e fisiche e mille paure, deve anche lottare per un diritto sacrosanto come quello della dignità lavorativa.

La Prof.ssa Gioffrè non ha mai fatto della sua malattia un punto di debolezza o uno strumento compassionevole per guadagnarsi il posto di lavoro e se è vero che la legge riserva e a ogni concorso pubblico dei posti per chi ha una disabilità, è anche vero che quel posto per averlo te lo devi guadagnare con la competenza, così come nel conseguire una laurea non ci sono sconti per il fatto di avere una disabilità, ma alla pari degli altri, ci vogliono impegno e sacrifici. Tutto questo non ha mai spaventato o scoraggiato la Prof.ssa Gioffrè nel raggiungere i suoi obiettivi, di studio prima e lavorativi poi, perché dietro una disabilità, dietro una diagnosi, per quanto ti sconvolga la vita, c’è la persona e la sua vita, c’è la forza di riscrivere  appieno la vita stessa e di realizzare comunque le proprie aspirazioni.

L’aspirazione della Prof.ssa Gioffrè è di fare l’insegnante e dopo 22 anni, il tutto viene infranto da qualcosa di assurdo. Dalla vicenda, ormai nota per il giusto risalto mediatico che la stessa insegnante ha sollevato, si constata all’inizio una messa d’ufficio in malattia da parte del dirigente, per il solo fatto che la Prof.ssa chiede (dopo il primo lockdown) la sorveglianza sanitaria speciale, ovvero insegnare non in presenza, modalità che aveva già espletato egregiamente. Lo stesso dirigente che la aveva messa in malattia d’ufficio, la invia al giudizio della Commissione competente che acclara l’inabilità lavorativa e quindi si vede recapitare dal dirigente la risoluzione del rapporto di lavoro, in una unica parola…licenziata! Dopo un primo ricorso, la Commissione rettifica il verbale e le riconosce una inidoneità relativa per un anno, consentendo si la reintegrazione nel posto di lavoro ma con il divieto di svolgere mansioni che comportano la vigilanza attiva degli alunni ma solo attività di coordinamento e supporto alla didattica, praticamente le viene negato il diritto di insegnare!

Nei giorni scorsi la Commissione, dopo aver revisionato lo stato di salute della Prof.ssa Gioffrè emette un nuovo verbale riconfermando quanto deciso nel verbale precedente e rinviando a una nuova revisione ad aprile 2023. Fermo restando che queste continue revisioni, fanno sentire una persona come una macchina che per essere ancora sul mercato ha bisogno di tagliandi. Ma qui parliamo di persone, parliamo di una insegnante che non ha scelto di ammalarsi di sclerosi multipla, non ha scelto di non poter più deambulare, ma ha scelto di vivere la sua vita con dignità e di svolgere il suo lavoro di insegnante con altrettanta dignità! La Prof.ssa Gioffrè non chiede una “promozione” dalla valutazione della commissione, chiede che le venga restituita la sua professione di insegnante, esercitata per più di 20 anni! Oltre alle varie normative contro le discriminazioni e alla Legge 68/99 che tutela le persone con disabilità sotto l’aspetto lavorativo, si assiste alla violazione di quanto stabilito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità a cui l’Italia ha aderito e quindi nel nostro Paese va osservata.

La Convenzione obbliga tutti i Paesi che l’hanno sottoscritta a riconoscere che “…la discriminazione contro qualsiasi persona sulla base della disabilità costituisce una violazione della dignità e del valore connaturati alla persona umana”.  In particolare all’art.2 cita che, è considerata “discriminazione fondata sulla disabilità” anche il rifiuto dell’”Accomodamento Ragionevole” che altro non è che il mettere in campo azioni ed adattamenti necessari ed appropriati, se ve ne fosse bisogno, “per garantire alle persone con disabilità il godimento e l’esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali “. Questo inciso della Convenzione è perfettamente applicabile affinchè si restituisca la dignità lavorativa alla Prof.ssa Gioffrè, di poter esercitare la propria professione di insegnate.

Se una Commissione decide che la Prof.ssa non può svolgere la sua professione di insegnate perchè la ha giudicata non idonea a svolgere mansioni dove è prevista la “sorveglianza attiva degli alunni”, grazie al principio dell’accomodamento ragionevole, si può e si deve trovare la ragionevole soluzione, bisogna passare dal concetto “non puoi fare” a ”ti metto in condizione di farlo” per questo faccio un appello alla sensibilità (già dimostrata nei confronti della Prof.ssa) all’attuale dirigente dell’Istituto “Ugo Foscolo” affinchè applichi questo principio fondamentale della Convenzione Onu. Le parole usate nel giudizio di una persona con disabilità (inabile, non idonei, limitata a) sono come pietre, che ricadono come macigni sulle persone che nonostante una disabilità che non intacca assolutamente la sfera psichica e quindi la capacità di intendere e di volere, lottano e pretendono il diritto ad una vita vissuta con dignità e a svolgere il lavoro che amano.

Ed allora, come associazione diciamo ancora una volta basta a queste discriminazioni! Basta ai colpi di spugna con cui per eliminare il problema si annullano le persone, per questo smettiamo di definire le persone con disabilità “portatori di handicap”, perché l’handicap, ossia l’ostacolo, non ne sono loro i portatori, ma piuttosto lo subiscono quando non viene riconosciuto loro un diritto, quando si giudica la malattia e non la persona, quando un freddo giudizio medico scritto su un pezzo di carta, non tiene conto delle capacità e professionalità e soprattutto mortifica la dignità. Umanizziamo la burocrazia, applichiamo le leggi e le buone prassi, giudicate non stando dietro a un tavolo dando un’occhiata a chi vi sta davanti in carrozzina, ma valutate quando questa persona sta dietro la sua cattedra a svolgere egregiamente il suo lavoro. L’Agess sarà al fianco della Prof.ssa Gioffrè in questa lotta, auspicando che presto possa avere finalmente giustizia per il mal tolto e le auguriamo che ottenuto questo, tutto lo stress e l’umiliazione che si è sentita addosso, venga ripagato dalla consapevolezza che la sua lotta è stata la lotta per tanti! 

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