venerdì,Marzo 29 2024

Inceneritore a Gioia Tauro, il Coordinamento per la difesa del territorio: «Business dei rifiuti altamente manipolabile»

Per il movimento: «Alla luce di questo scenario così poco incoraggiante, dovrebbe essere più chiaro, perché la gara a costruire nuovi inceneritori sparsi per l’Italia non può fermarsi»

Inceneritore a Gioia Tauro, il  Coordinamento per la difesa del territorio: «Business dei rifiuti altamente manipolabile»

«La vera ragione di esistere per un inceneritore, non è legata tanto alla sua capacità di bruciare enormi quantità di rifiuti ‘per liberare le strade dai rifiuti’, secondo la maldestra teoria degli oppositori della filosofia ‘waste zero’, ma alla sua capacità di generare enormi profitti, per gentile concessione statale, di una clausola che si chiama CIP-6, e che equipara il prezzo dell’energia prodotta dalla combustione dei rifiuti, allo stesso identico modo, di quella generata dalle energie rinnovabili come aria e vento».

Questa la posizione di Pino Romeo, urbanista del  Coordinamento dei Movimenti per la Difesa del territorio CMDT: «Quindi, un provvedimento che nasce nel 1992 da parte del Comitato Interministeriale dei Prezzi, che deve servire ad incentivare la produzione di energia elettrica da fonti pulite, finisce misteriosamente per incentivare impianti sporchi e inquinanti per eccellenza come gli inceneritori, per i quali – è bene ricordarlo – non esiste attualmente alcun filtro da porre ai camini, in grado di intrappolare i famigerati PM 2,5 e quelli inferiori ad un micron, che se inalati vanno a danneggiare in modo irreparabile il nostro organismo.

Come risolvere il problema del meccanismo perverso del CIP-6?
Basterebbe che il Ministero della Transizione Ecologica facesse il suo lavoro, ovvero da socio unico qual è, chiedesse alla sua partecipata GSE, autorizzata a fissare i prezzi di mercato, di sganciare totalmente gli incentivi economici dagli inceneritori, incentivi che peraltro (oltre al danno, la beffa) paghiamo noi, in quanto vengono spalmati sulle bollette della luce e del gas. Infine va ricordato che il business dei rifiuti è altamente manipolabile, come dimostrano le decine di inchieste giudiziarie, e che per macinare alti profitti, basta bruciare il rifiuto ‘tal quale’, contenente una frazione ad alto potere calorico come la plastica, con buona pace della tanto raccomandata e pochissimo attuata, raccolta differenziata. Alla luce di questo scenario così poco incoraggiante, dovrebbe essere più chiaro, perché la gara a costruire nuovi inceneritori sparsi per l’Italia non può fermarsi».

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