Nino Candido, il ricordo a tre anni dalla tragedia
A Reggio, oggi alle 18, una messa in memoria dei tre vigili uccisi e la deposizione dei fiori nei pressi della caserma
«Amavi il tuo lavoro e ci mettevi tanta passione, come in tutte le cose che facevi. Ed è per esso che hai dato la vita». Così i genitori ricordano Antonino Candido. Sono passati tre anni dal tragico rogo di Quargnento in cui morirono tre vigili del fuoco, Marco Triches, Matteo Gastaldo e il reggino Nino Candido e altre tre persone rimasero ferite.
I vigili erano intervenuti in provincia di Alessandria dopo lo scoppio e il relativo incendio di una cascina. Un secondo scoppio, una volta sul posto, li uccise. Un piano architettato dai proprietari per riscuotere i soldi dell’assicurazione. Nessun tentativo da parte loro, che sapevano della seconda esplosione, di avvertire i pompieri pronti ad intervenire.
Il processo
Il processo che aveva visto imputati Giovanni Vincenti e Antonella Patrucco, rispettivamente titolare della cascina in cui morirono i vigili e la moglie, si era svolto in maniera celere. I coniugi erano stati accusati di omicidio plurimo doloso aggravato per l’esplosione della cascina di Quargnento.
Un piano architettato con cura quello di far esplodere la cascina di Quargnento. Come avevano evidenziato le indagini,già organizzato da mesi: l’acquisto di sette bombole e dei timer, la stipula di una polizza che ricoprisse i danni dolosi e il taglio delle grate per simulare un’effrazione. Tutto per incassare i soldi dell’assicurazione. Dunque l’ipotesi della paralisi emotiva dell’imputato, nel momento in cui aveva ricevuto la telefonata riguardante la prima esplosione, non è risultata credibile. La Corte d’Assise di Alessandria si era pronunciata per la colpevolezza. A mettere definitivamente la parola fine, lo scorso giugno, la Corte d’Assise d’Appello di Torino, con la condanna di Gianni Vincenti e Antonella Patrucco rispettivamente a 27 anni e 26 anni e 11 mesi.
La commemorazione
Una condanna che non può consolare i genitori dalla perdita di un figlio avvenuta in un modo che si sarebbe potuto evitare. Lo piangono papà Angelo e mamma Mariastella, la sorella Ilaria che hanno dovuto guardare in viso chi ha portato via il loro caro. Un dolore che non si spegne e che si acuisce ogni 5 del mese. Una data nella quale la mamma di Nino ha sempre un pensiero per lui.
Oggi pomeriggio, Matteo, Marco e Nino saranno ricordati a Reggio
«Manteniamo vivo il loro ricordo e rivolgiamo a Dio le nostre preghiere, affidando a lui le loro anime – scrivono i familiari -Chi vorrà, potrà quindi unirsi a noi: alle 18 partecipando alla messa in loro memoria e successivamente alla deposizione dei fiori nella rotonda, antistante la caserma, dedicata ai caduti Vigili del fuoco. Grazie. “Nessuno muore in terra finché vive nei cuori di chi resta” Ed anche se in maniera diversa facciamoli vivere ancora».
La parole della madre
Stamattina, sul gruppo Facebook dedicato, le parole addolorate di mamma Mariastella.
«Oggi ricorre il 3 °anniversario da quando, due esseri senza scrupoli e senza timore di Dio, hanno deciso di strappare la tua vita, quella di Marco e di Matteo.
Sai Anto, qui è tutto cambiato da quando non ci sei più. Le nostre vite, le nostre abitudini, i nostri pensieri, i nostri sogni, i nostri progetti. Tutto è crollato con quella maledetta esplosione.
In questi ultimi mesi è capitato di incontrare tuoi colleghi, tuoi pari corso, che dopo un periodo di lavoro al Nord, sono stati trasferiti in Calabria ed il nostro pensiero è, ancora una volta, rivolto a te. Ora anche tu saresti potuto ritornare nella tua amata Reggio e magari avresti potuto lavorare insieme a papà. Ed invece no. Tu, anche se in maniera diversa, hai voluto anticiparli, come avresti detto tu “vi ho fregati tutti, sono stato il primo a rientrare“».